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Integratori: perché serve un decalogo

Integratori: perché serve un decalogo
Oltre l'80% per cento degli italiani si consiglia con medici o farmacisti

Integratori: perché serve un decalogo

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Luca Salomone

Integratori ben conosciuti, sempre più utilizzati, ma ancora oggetto di equivoci. Le contraddizioni emergono da una ricerca che Integratori&Salute, associazione di categoria, parte di Unione italiana food, ha commissionato a Future concept Lab.

L’analisi è stata realizzata su un campione di mille persone fra 18 e 70 anni, rappresentativa della popolazione italiana maggiorenne per sesso, età, area geografica.

Un mercato da oltre 4 miliardi e mezzo

I pareri raccolti dimostrano, appunto, il permanere di una certa confusione. Secondo una parte dei rispondenti (che, come vedremo si attesta fra il 20 e il 30%) gli integratori “curano” le malattie, si prestano a un uso “fai da te”, sono come i farmaci, sono “elisir di lunga vita”.

Per altri, invece, sono solo “palliativi” e non servono a nulla. Insomma, posizioni tutte errate, quanto opposte, dalla sovrapposizione con la medicina o, addirittura, con un improbabilissimo miracolo, fino alla totale svalutazione.

E dire che, da noi, questi prodotti, i quali formano un mercato tanto grande quanto variegato, sono consumati dalla metà della popolazione, ossia da 30 milioni di persone.

Anzi, in Italia, più di 7 individui su 10 (73%) vi ha fatto ricorso nel 2024, mentre i dati settore dicono che il valore del mercato, nel 2023, era di oltre 4,5 miliardi di euro, per un volume di circa 299mila tonnellate.

Da osservare che in testa ci sono, nell’ordine, probiotici, sali minerali, vitamine, e tonici. Il tutto galvanizzato da due grandi tendenze: salutismo e invecchiamento della popolazione.

Analizzando più a fondo i bisogni si scopre che il 40% dei nostri connazionali impiega una sola tipologia di prodotto, mentre il 33% fa ricorso a due o più tipologie.

Tornando all’analisi di Future Concept Lab emerge che quasi 8 consumatori su 10 (77,7%) hanno una percezione molto vicina alla realtà, definendo spontaneamente gli integratori come “un aiuto a colmare le carenze dell’organismo”, ma anche come “un supporto per rafforzare l’abitudine a mangiare sano e a fare movimento” e, parimenti, come un sostegno “per tutti e per un benessere complessivo”. Sono definizioni coerenti con quelle fornite dagli enti regolatori.

Meglio chiedere agli esperti

Appare chiara l’opinione che gli italiani hanno degli integratori, ovvero che essi rappresentano un sostegno importante, ma non certo un sostitutivo delle medicine, anche se rimane una zona grigia del 20,3% che deve essere opportunamente informata e istruita.

E infatti, come correttivo, la stessa associazione di settore ha approntato un decalogo - un documento molto dettagliato con spiegazioni -, che ha lo scopo di confermare, o smentire, qualora errate, le idee più diffuse, documento che sarà diffuso, nei prossimi giorni, tramite il sito integratoriebenessere.it.

Ancora in tema di consapevolezza, la ricerca osserva che essa è dovuta principalmente al fatto che, prima di comprare un integratore alimentare, gli italiani si affidano al consiglio dei professionisti della salute: al primo posto troviamo i medici (48,4%), seguiti dai farmacisti (36,3%). Proprio la farmacia – per inciso - con una quota del 77% è il primo canale di acquisto, anche se la Gdo, che, nel 2023, aveva una quota intorno al 6% è sempre più attiva in questo segmento.

Dallo studio emerge, infine, che il 70% degli italiani sostiene di essere informato in generale sul valore nutrizionale degli alimenti.

Ma, ripetiamo, c’è ancora molto da imparare e, seppure in minoranza (35,5%) gli italiani pensano che gli integratori diano benefici analoghi a quelli dei farmaci. Una similitudine che, ovviamente, non trova riscontro nella realtà.

Germano Scarpa, presidente di Integratori & Salute, tira le somme: «Come associazione, riteniamo opportuno ricordare sempre che la principale funzione degli integratori alimentari non è quella di curare le malattie, ma di avere un effetto metabolico per mantenere in efficienza il nostro sistema fisiologico. Gli integratori sono e saranno sempre di più, anche in futuro, degli ‘allenatori’ al fianco delle persone, in grado di garantire all’organismo il giusto apporto di ciò che concorre al benessere complessivo, in tutte le fasi della vita, al di là delle buone pratiche già messe in atto».

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