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Una nicchia di valore

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Una nicchia di valore

Una nicchia di valore

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Redazione
Il biologico in Italia è ancora una nicchia. Da una parte c’è una produzione di qualità che spesso tocca vette d’eccellenza, la domanda di un consumatore che non ne può più di scandali alimentari e vuole mangiare sano e sostenibile, un interesse crescente da parte della distribuzione ma dall’altra c’è un livello medio di prezzi che mal si concilia con le attuali capacità d’acquisto della maggioranza degli italiani, un mondo produttivo frammentato in pmi che non sanno fare sistema, e ancora tante, troppe inefficienze di filiera. Il mercato non è mai decollato alla grande ma è cresciuto lentamente a partire dai primi anni del 2000. E oggi tiene, nonostante la crisi e la riduzione dei consumi. Crescono in particolar modo le private label, anche a doppia cifra, mentre si sperimentano nuovi concept e si lanciano nuovi prodotti ad alto contenuto di servizio. Ci sono i margini di un ulteriore miglioramento della categoria. E i miglioramenti passano soprattutto da un miglior collegamento fra produzione e distribuzione e da una comunicazione che renda chiari a tutti i valori aggiunti di un prodotto biologico certificato. L’ultimo scandalo del falso biologico non ha di certo aiutato il settore ma la fiducia non manca. Dove sta andando il biologico italiano? Lo abbiamo chiesto ad alcuni importanti player della produzione e della distribuzione.

Francesca Tozzi
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