Il super dazio anti-dumping americano rischia di incrinare il primato della pasta italiana nel mondo. Anche oggi che si celebra il World pasta day e si esalta il genio imprenditoriale italiano.
Nel primo semestre del 2025 l’export tricolore è cresciuto del 2,5% nonostante uno scenario geo-politico complesso. Un segnale incoraggiante che segue un 2024 soddisfacente: leadership con circa 4,2 milioni di tonnellate prodotte (su 17 milioni a livello globale) e oltre 2,42 milioni tonnellate destinate ai mercati internazionali, +9,1%. Il valore del commercio internazionale supera i 4 miliardi di euro (+4,8%).
Secondo i dati di Unione italiana food, siamo i primi produttori davanti a Turchia (2,1 milioni di tonnellate), Stati Uniti (2 milioni), Egitto (1,2 milioni), Brasile (1,1 milioni). Siamo anche i maggiori consumatori con 23 kg pro capite l’anno. Precediamo Tunisia (17 kg), Venezuela (13,6 kg), Grecia (12,2 kg) e Germania (10,1 kg).
Braccio di ferro Italia-Usa
In questo contesto il mercato americano è la seconda destinazione per un valore di circa 700 milioni di euro su un settore che, nel complesso, fattura 8,7 miliardi.
Secondo Coldiretti, in agosto l'export negli Usa ha subìto un calo del 21% a valore anche se i primi 8 mesi registrano una crescita del 5%. Tuttavia l'organizzazione verde s'interroga sugli effetti indotti dai dazi ordinari del 15% e dalle tariffe aggiuntive.
Infatti il dipartimento del commercio americano ha imposto, dal primo gennaio 2026, un dazio del 107% sulla pasta italiana. Alla tariffa ordinaria del 15% si aggiungerà un ulteriore 91,74%, motivato dalle accuse di dumping rivolte, in particolare, a due pastifici: La Molisana e Garofalo.
Nella relazione del dipartimento Usa, sono citati altri esportatori tra cui: Agritalia, Aldino, Antiche Tradizioni Di Gragnano, Gruppo Milo, Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco, Pastificio Chiavenna, Pastificio Liguori, Pastificio Della Forma, Pastificio Sgambaro, Pastificio Tamma e Rummo. Per chi produce negli Usa, per esempio Barilla, l’impatto della tariffa sarà minore.
Politica e non dumping
Per Giuseppe Ferro, ceo di La Molisana, “non c’è niente di vero nelle accuse di dumping. Si tratta soltanto di provvedimenti politici. Comunque ci costituiremo nelle sedi giudiziarie opportune”.
In Parlamento il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida ha detto che il governo sta assistendo le aziende coinvolte in contenziosi legali nei quali si rischia un aumento delle tariffe. Tuttavia questi non c’entrano niente con gli accordi di carattere commerciale conclusi con la Ue.
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