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Report sul benessere dei polli allevati per la carne in Europa: Italia fanalino di coda

Report sul benessere dei polli allevati per la carne in Europa: Italia fanalino di coda

Report sul benessere dei polli allevati per la carne in Europa: Italia fanalino di coda

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redazione

Cresce il numero di aziende che a livello europeo si impegnano nel miglioramento delle condizioni di allevamento dei polli e che scelgono di aderire allo European Chicken Commitment (Ecc). L’Italia rimane tra i paesi che registrano meno progressi in assoluto.

Passi in avanti per i maggiori produttori europei

Essere Animali rende pubblico in Italia il report “European chicken commitment progress report 2025” redatto dalla Open Wing Alliance (Owa) – coalizione internazionale composta da quasi 100 organizzazioni in tutto il mondo tra cui Essere Animali – in cui viene presentata un'ampia panoramica dei progressi compiuti dall'industria alimentare europea per eliminare le maggiori cause di sofferenza per i polli allevati per la produzione di carne.

“Dal Regno Unito alla Francia, passando per Norvegia, Germania e Spagna, i maggiori produttori europei stanno facendo importanti passi avanti per mettere al centro delle politiche aziendali il benessere animale”, dichiara Simone Montuschi, presidente di Essere Animali.

Secondo i dati riportati nel report, ad oggi sono 394 le aziende in tutta Europa ad aver aderito all’Ecc, con un impatto positivo sulle condizioni di vita di oltre 260 milioni di polli. Tra le aziende che operano in Italia si registrano solo Carrefour, Cortilia, Eataly e il produttore Fileni.

Stando alle stime di Owa, l’impegno delle aziende che hanno adottato l’Ecc porterà a una riduzione delle sofferenze per oltre 1,3 miliardi di animali ogni anno.

Progressi "pubblici"

Il report evidenzia inoltre che 12 delle principali aziende ad aver sottoscritto l’Ecc, tra cui Aldi, Carrefour, Lidl, Waitrose e Marks & Spencer, stanno rendendo pubblici i loro progressi; tre dei maggiori produttori in Europa stanno fornendo carne di pollo conforme ai criteri Ecc su larga scala; la britannica Marks & Spencer ha registrato, dopo la transizione all’Ecc, un aumento delle vendite di carne avicola del 33%; la norvegese Norsk Kylling produce 100% carne di pollo in linea con i criteri Ecc e ha visto una riduzione della mortalità degli animali del 79%.

Dopo l’adesione all’Ecc il produttore Plukon Food Group ha ridotto di oltre 100 volte dell'uso di antibiotici. A settembre la britannica Waitrose è diventata la prima catena pienamente conforme all’Ecc e non ha aumentato i prezzi per i consumatori, sfatando il mito secondo cui garantire un maggiore benessere animale comporti costi più elevati. Il gruppo francese Lambert Dodard Chancereul (Ldc) si è impegnato affinché i suoi marchi principali Le Gaulois e Maître CoQ rispettino i criteri dell’Ecc entro il 2028, con un impatto positivo su 120 milioni di animali ogni anno. Come Ldc, anche il secondo produttore francese Terrena si è recentemente impegnato a implementare lo standard ECC entro il 2028 per le sue due linee di prodotti a marchio (Père Dodu e la Nouvelle Agriculture).

European Chicken Commitment

Lo European Chicken Commitment è una richiesta della società civile per soddisfare criteri più elevati di benessere animale per i polli allevati per la produzione di carne. Basato su evidenze scientifiche, lo standard ECC mira a ridurre le più gravi sofferenze causate dall’allevamento intensivo, tra cui le elevate densità e l’utilizzo di razze a rapido accrescimento, che fanno sì che questi animali raggiungano il peso ideale di macellazione in soli 30-40 giorni, con gravi danni al loro organismo. Proprio l’introduzione di razze di polli a lenta crescita è un elemento correlato non solo a benefici diretti di benessere animale, ma anche a una maggiore qualità della carne.

Infatti, un tipico segnale derivante dall’uso di razze a rapido accrescimento sul benessere dei polli e sulla qualità della carne è l’insorgere del white striping, una miopatia che si manifesta con strisce bianche di grasso e tessuto cicatriziale presenti sul petto, visibili anche a occhio nudo. Questa malattia, indice di condizioni di allevamento inadeguate, interessa tra il 50% e il 90% dei polli a rapido accrescimento, quelli maggiormente impiegati negli allevamenti intensivi, dai quali provengono nove polli italiani su 10.

Il report di Essere Animali è stato anche al centro di due interrogazioni presentate al Senato e alla Camera, dirette al Ministero della Salute e al Ministero dell’Agricoltura e a firma delle Onorevoli Eleonora Evi, Ilenia Malavasi, Gian Antonio Girelli, Marco Furfaro (Pd) e della Senatrice Dolores Bevilacqua (M5S), che hanno chiesto al Governo risposte sulle reali condizioni dei polli negli allevamenti italiani. Anche i cittadini hanno dimostrato grossa preoccupazione sul tema del white striping e sulla qualità del pollo 100% made in Italy venduto nei maggiori supermercati italiani: i contenuti diffusi dall’associazione hanno raggiunto oltre due milioni di utenti sui media nazionali e locali, e più di tre milioni e mezzo di visualizzazioni sui social.

       
       

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