Rapporto Coop, le previsioni dei consumi per il 2025
Rapporto Coop, le previsioni dei consumi per il 2025
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A dicembre 2024 l’Ufficio Studi Coop ha condotto due survey per la "winter edition" del Rapporto Coop 2024 con l'obiettivo di indagare le previsioni dei consumi per il 2025: la prima (“Wish List 2025”) su un campione rappresentativo della popolazione italiana (1.000 individui tra i 18 e i 65 anni) in collaborazione con Nomisma; la seconda ("Looking Forward 2025”) sulla community di esperti del portale italiani.coop, che ha visto la partecipazione di 670 opinion leader e market maker fruitori delle passate edizioni del Rapporto.
Gli italiani, chiamati a definire con una parola il 2025, hanno scelto la parola “preoccupazione” (40% del campione). Seguono “curiosità” (28%) “fiducia” (23%) e “ottimismo” (22%), ma nella top five delle indicazioni ci sono anche l’“insicurezza” (25%) e l’“inquietudine” (21%), a testimoniare un sentiment del Paese diviso e contrastato. A esprimere aspettative in qualche modo positive per il nuovo anno, infatti, è solo il 52% del campione.
A pesare sulle percezioni sono il contesto internazionale e le difficoltà economiche del sistema Paese. Preoccupano soprattutto le guerre e i conflitti (81%), le tensioni geopolitiche (76%) e i cambiamenti climatici (71%). Viceversa, ad alimentare la positività viceversa continuano a essere gli affetti familiari (69%), la salute fisica (59%) e il benessere psichico (56%).
Le previsioni dei manager
I manager italiani intervistati ipotizzano per il 2025 un ulteriore rallentamento del Paese. Per gli opinion leader la crescita italiana del Pil potrebbe fermarsi nel 2025 appena sopra lo zero (+0,5%, a fronte di una previsione Istat di +0,8%), con una Unione europea che per il 60% degli intervistati è destinata a indebolirsi, mentre otto manager su dieci (77%) credono che potrebbe essere necessaria l’introduzione di dazi per proteggersi dalle politiche statunitensi e cinesi.
Complessivamente, secondo i manager intervistati, la previsione di crescita di spesa delle famiglie italiane nel 2025 si ferma a un +0,7% (a fronte di una previsione Istat di +1,2%).
Timore di spendere
Per la prima volta dopo lungo tempo, gli italiani che ipotizzano nel 2025 una crescita dei consumi superano del 6% quelli che prevedono di diminuirli. Purtroppo, però, tra le categorie di consumo che raccolgono le maggiori intenzioni di acquisto si registrano soprattutto le spese obbligate. Coloro che pensano di spendere di più per le utenze superano del 26% coloro che sperano di pagare meno. Il saldo è allo stesso modo positivo per le spese per la salute fisica (24%) e il consumo domestico di cibo (21%). Tutti gli altri settori manifestano invece intenzioni di acquisto in prevalenza negative, soprattutto per ristorazione, viaggi e intrattenimento extradomestico.
Benessere prima di tutto
Benessere e casalinghitudine regnano sovrani quando si delineano le tendenze sul cibo. E mentre cresce il consumo domestico nelle intenzioni, i consumi fuori casa restano appannaggio dei più abbienti: se la upper class sale di 13 punti, la lower indietreggia di 35 e anche la classe media mostra segnali di fatica attestandosi su -14 punti.
In linea con questa tendenza il 71% del campione privilegerà piatti dalle preparazioni lunghe a discapito dell’acquisto di piatti pronti, mentre il cibo preferito sarà salutare (66%), semplice (53%) e tradizionale (51%). E infatti nella crescita delle intenzioni di consumo alimentare prevalgono (almeno nelle intenzioni) le diete più salubri con un maggior contenuto di verdure (31%), frutta (28%) e pesce (23%), mentre appaiono in calo soprattutto salumi (33%), dolci (29%), carni rosse (29%) e bevande alcoliche (24%).
Sono i più giovani (18-25enni) a dimostrarsi più attenti al benessere: dichiarano di voler acquistare nel 2025 cibo plant-based o comunque di origine vegetale nell’85% dei casi contro il 70% degli over 26 (26-70enni). Interessati al senza glutine più degli altri (29% vs 46%), i giovani si lasciano tentare più spesso anche dal ready to eat (76% vs 65%).
Il reddito fa la differenza a tavola
Sulla tavola domestica pesano le differenze sociali ed economiche, che si acuiscono in tutto il Paese. Se le previsioni di spesa dell’upper class risultano in crescita, le famiglie con redditi più contenuti si vedono costrette a immaginare qualche sacrificio sulla spesa di verdura, frutta e pesce. Nelle strategie di risparmio indicate dalle famiglie persiste il ricorso alla mdd (il 29% ne aumenterà gli acquisti) e la frequentazione dei discount (lo farà di più il 24%).
L’ascesa del discount e dalla mdd
A confermare la crescita del discount sono anche i manager del settore, che prevedono un accentuarsi delle tensioni competitive in Gdo. Prospettano un’ulteriore avanzata nel 2025 del canale del risparmio (secondo l’84% degli opinion leader), dell’e-commerce (in miglioramento per il 57%) dei drugstore (meglio per il 35%) e dei superstore (33%). E lo strumento per rispondere al meglio alle necessità di un consumatore sempre molto attento al portafoglio ma anche alla qualità, sarà poi secondo tutti il prodotto a marchio. L’85% dei manager prevede la Mdd in crescita nei prossimi mesi. Inoltre, ipotizzano che la quota di mercato di questi prodotti potrà aumentare di ulteriori sei punti percentuali (dal 23% al 29%) nei prossimi cinque/dieci anni.
Gdo, più attenzione al capitale umano
Le imprese della filiera alimentare italiana, secondo i manager food & beverage, sanno che dovranno affrontare un anno molto complesso, con una crescita delle vendite a valore nel largo consumo confezionato del +1,3% rispetto al 2024.
Sulle imprese potrebbe pesare il rischio di un aumento dei costi, oltre a dover sicuramente fare fronte al cambiamento dei modelli di consumo delle famiglie e forse anche attrezzarsi per superare la possibile adozione a livello internazionale di misure protezionistiche.
La vera novità del 2025 sembra essere una rinnovata attenzione al capitale umano (lo dichiara quasi un manager su due) pensando a investimenti in formazione, miglioramento delle condizioni contrattuali e potenziamento delle politiche di welfare.
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