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Pasta, il 54% degli italiani la mangia ogni giorno

Pasta, il 54% degli italiani la mangia ogni giorno

Pasta, il 54% degli italiani la mangia ogni giorno

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redazione

L’amore per la pasta che lega gli italiani ai piatti della tradizione è una passione forte, una questione identitaria. Non a caso, gli italiani sono i più grandi consumatori di pasta, con oltre 23 chili annui pro-capite. Oltre un italiano su due (54%) la mangia ogni giorno, con il pranzo che diventa pasto d’elezione per otto italiani su dieci (fonte: analisi Nextplora 2024). Le differenze regionali raccontano una storia ancor più interessante. Nel sud Italia, circa sette italiani su dieci (68%) mangiano pasta ogni giorno, contro gli oltre quattro italiani su dieci del nord-ovest (43%).

Secondo un censimento di Unione Italiana Food, su 500 formati di pasta esistenti, sono circa 200 le ricette regionali documentate. Nomi e forme raccontano territori, cultura popolare, tecniche di produzione, arte e fantasia del pastaio, e soprattutto un prodotto da sempre accessibile e trasversale. Ogni regione ha la sua ricetta simbolo, ogni italiano ha la sua preferita. Secondo il censimento, nella classifica delle regioni con maggior numero di ricette regionali, l’Emilia-Romagna si posiziona al primo posto con 12 ricette di pasta tipiche locali. Seguono a pari merito Piemonte, Toscana e Campania con 11.

Pasta amata anche all’estero
Un recente studio sul tema di Preply, piattaforma per l'apprendimento delle lingue online, che ha analizzato le ricerche in rete per scoprire quali sono le ricette più amate. A vincere sono i piatti di pasta italiani con la pasta alla Norma in testa al podio seguita dagli gnocchi alla sorrentina campani (secondo posto), i tortellini emiliani (decimo posto), i culurgiones sardi (tredicesimo posto), la Carbonara (ventesimo posto).

Nella classifica di Taste Atlas, guida online di viaggio esperienziale per il cibo tradizionale, sui 100 migliori piatti al mondo a base di pasta, la Top 20 è occupata da piatti di pasta italiani regionali con al primo posto la pasta ‘ncasciata, piatto al forno siciliano, seguita dai bigoli all’anatra, simbolo della tradizione veneta e vicentina, e dalla carbonara, un simbolo della cucina laziale.

«La pasta in Italia ha tante radici – commenta Margherita Mastromauro, presidente dei pastai di Unione Italiana Food – visti gli stretti legami che ci sono fra le diverse tradizioni locali. Attraverso il Paese la pasta si è arricchita, diventando espressione di geografie, territori, latitudini, culture a cui le aziende che producono pasta hanno gradualmente aggiunto valore grazie al loro saper fare e all’avanzamento tecnologico nella produzione. Una stessa ricetta mostra varianti da regione a regione, da città a città, da casa a casa. Sebbene infatti ci siano contaminazioni visibili tra le ricette tipiche del nord, del centro e del sud, è solo un gioco di legami nella diversità, di mescolanza, ibridazione, peculiarità. Se i formati di pasta secondo il censimento di Unione Italiana Food sono 500, sono altrettante infatti le ricette regionali che la vedono protagonista».

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