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Confimprese rileva una dinamica dei consumi instabile in giugno e auspica l'intervento del Governo

Confimprese rileva una dinamica dei consumi instabile in giugno e chiede l'intervento del Governo

Confimprese rileva una dinamica dei consumi instabile in giugno e auspica l'intervento del Governo

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redazione

A giugno 2025, i consumi mostrano un calo del -0,7% a valore, segnando la ripresa di un trend negativo dopo un breve periodo di crescita. La situazione si fa critica in un contesto economico instabile, con clienti sempre più selettivi e attenti al proprio budget.

Calo generalizzato

Secondo l'Osservatorio consumi Confimprese-Jakala, il mese di giugno presenta una situazione stagnante rispetto allo stesso periodo del 2024, con un -1,9% nel raffronto gennaio-giugno rispetto allo stesso periodo del 2024. I dati segnalano una resilienza nel settore dell'abbigliamento-accessori, che ha registrato solo un -0,4%, mentre la ristorazione evidenzia una flessione di -1,9% e altri settori retail scendono ulteriormente, con un -5,4%.

«La situazione geopolitica è tale – osserva Mario Resca, presidente di Confimprese – per cui si conferma l’andamento difficile dei consumi in generale al di là di oscillazioni temporanee nei vari mesi. La dinamica dei consumi rimane instabile e influenza i comportamenti di consumatori a aziende. È fondamentale che ci sia da parte del Governo un sostegno alle imprese per garantire la stabilità economica. Occorre semplificare le norme e agire su una minore tassazione del lavoro».

Altro retail in flessione del 9%

Nel mese di giugno, il comparto abbigliamento-accessori guadagna un +3,5%, grazie a favorevoli condizioni meteorologiche e all'afflusso di turisti. A fronte di ciò, la ristorazione mostra un andamento negativo di -2,6%, mentre il settore altro retail (casa-arredo, elettronica, telefonia, libri, cura persona e fitness) è colpito da un -9%, particolarmente evidente nei beni durevoli.

Per i centri commerciali +1,9%

I centri commerciali evidenziano una crescita del +1,9%, mentre gli high street si attestano su un -6,6%, segno che i consumatori nel week end, in cui si realizza oltre il 40% del totale fatturato della settimana, preferiscono le mete dello shopping che offrono anche momenti di svago ed entertainment rispetto ai centri storici. I negozi di prossimità si fermano a un +0,4%.

Per l'Umbria +2,8%

Analizzando le regionali, si notano risultati contrastanti: l'Umbria registra un +2,8%, mentre il Molise scende a -5,5%. Tra le province, Aosta è in crescita a +5,2%, mentre Isernia mostra un panorama più sfavorevole con -7,0%.

Consumatori selettivi

Come afferma Raffaele Cerchiaro, senior partner di Jakala: "«I dati confermano una tendenza che appare ormai strutturale – spiega Raffaele Cerchiaro, senior partner Jakala –. Il consumatore è sempre più selettivo, attento, orientato al valore e alla necessità reale. La volatilità dello scenario internazionale e il clima di incertezza economica influenzano in modo evidente le abitudini di spesa, penalizzando soprattutto i consumi legati ai beni non essenziali.

Cambia anche il modo di fare shopping: vincono i luoghi capaci di offrire non solo prodotti, ma anche esperienze e servizi integrati. In questo contesto, i retailer devono lavorare su efficienza operativa e innovare la relazione con il consumatore, studiandone il comportamento e interpretando nuovi bisogni e aspettative. È però indispensabile che anche le istituzioni intervengano con misure strutturali per stimolare la domanda interna e sostenere la fiducia di famiglie e imprese. Solo un’azione coordinata può invertire la rotta e riattivare dinamiche di crescita stabili e sostenibili».

Volatilità e incertezza dominano

Volatilità e incertezza dominano il contesto economico e su questi fattori gli operatori chiedono misure governative urgenti.

«Alla chiusura del primo semestre 2025 – riflette Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese – il trend appare ormai abbastanza consolidato, sia pure nell’alta volatilità tra i diversi mesi e settori merceologici. Un trend che fa intravedere un anno con il segno meno praticamente generalizzato a tutti i settori di attività, di cui alcuni, tuttavia, legati ai beni durevoli, all’entertainment e in parte, quantomeno nel mese di giugno, al mondo del bambino con maggiori criticità. L’enorme instabilità politica, le guerre, ed economica, i dazi, insieme al perduto potere di spesa delle famiglie non fanno intravedere inversioni di tendenza a breve. Da parte delle aziende occorre quindi una forte attenzione all’efficienza interna senza dimenticare, però, la cura del cliente».

       
       

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