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Campari, più ricavi meno utili. Focus sui top brand

Campari, più ricavi meno utili. Focus sui top brand

Campari, più ricavi meno utili. Focus sui top brand

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Emanuele Scarci

Spritz e bitter effervescenti, ma stentano whisky e rhum. Campari group nei 9 mesi dell’anno porta a casa una crescita dei ricavi del 2,1% a 2,277 miliardi di euro e il margine operativo lordo è stato di 590,7 milioni, -1,8%. L'utile prima delle imposte è di 423 milioni, in calo del 5% ma scivola del 20,4% nel solo terzo trimestre dell'anno.

Campari punta a migliorare l’efficienza operativa e a contenere i costi, grazie alla razionalizzazione del portafoglio (con cessione dei marchi minori) per concentrarsi sui brand a maggior potenziale di crescita e redditività, consolidando la presenza nei segmenti premium e super-premium​.

Il calo dei consumi nel mercato mondiale pesa, anche per l’aumento dei prezzi e l’opzione dei giovani per il no alcol, sull’andamento delle grandi company degli spirits, come Rémy Cointreau, Pernod Ricard e Lvmh. Nel giro d'affari di Campari, il gigante Aperol si ritaglia quasi 600 milioni (+3,1% nei 9 mesi), il bitter 255 milioni (+6,9%) e la tequila Espolon 200 milioni (+18%). Perdono terreno il bourbon Wild Turkey con 159 milioni (-5,8%) e la vodka Skyy con 91 milioni (-9%). Il neo acquisito cognac Courvoisier apporta 33,7 milioni.   

Futuro low single digit

E per l’ultimo trimestre dell’anno? L’azienda milanese "si attende un persistere del ciclo macroeconomico sfavorevole: in base all'attuale visibilità si stima una crescita delle vendite nette organiche low single digit".
Mentre per il 2025 e oltre, con l'attenuarsi dell'impatto dei fattori ciclici, il gruppo si aspetta "di continuare a sovraperformare rispetto ai competitor e guadagnare quota di mercato, grazie alla forza dei propri marchi in categorie in crescita, con un graduale ritorno nel medio termine a uno sviluppo organico mid-to-high single digit delle vendite nette, in un contesto macroeconomico normalizzato".

Cercansi ceo

In questa fase Campari, dopo le dimissioni improvvise del ceo Matteo Fantacchiotti, è guidata dal presidente Luca Garavoglia e dal co-ceo e direttore finanziario Paolo Marchesini. "Il processo di selezione del nuovo ceo sta procedendo a pieno ritmo - comunica l'azienda -. E auspichiamo di concluderlo entro il primo semestre dell’anno prossimo".
L’anno scorso Campari group ha realizzato un fatturato di 2,91 miliardi, un Ebitda di 650 milioni e un utile netto di 330 milioni. Il debito netto è aumentato di circa 700 milioni a 2,55 miliardi in seguito al deal del cognac Courvoisier. Dall’inizio dell’anno, il titolo in Borsa ha perso circa il 40%.

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