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Nel largo consumo italiano aumentano le pratiche di economia circolare

Nel largo consumo italiano aumentano le pratiche di economia circolare

Nel largo consumo italiano aumentano le pratiche di economia circolare

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redazione

Nell’ultimo triennio l’economia circolare nel largo consumo italiano ha assunto una rilevanza sempre maggiore ed è diventata una chiave per ripensare i modelli di business.

A spingere in questa direzione l’evoluzione del quadro normativo e la crescente sensibilità delle aziende e dei consumatori verso comportamenti etici e rispettosi delle risorse e dell’ambiente. Sono queste le evidenze emerse dal convegno “Circolarità in azione. Il nuovo benchmark sull’economia circolare nel largo consumo” organizzato da GS1 Italy.

Economia circolare in progresso

Durante il convegno è stata presentata “L'evoluzione dell'economia circolare nel largo consumo” che contiene l’aggiornamento 2025 del benchmark rispetto alla prima fotografia pubblicata nel 2022 sullo stato dell’arte dell’economia circolare nel settore, realizzato da GS1 Italy, in ambito Ecr Italia e in collaborazione con Ergo, spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, un’analisi che fotografa le pratiche circolari adottate dalle aziende del settore, i progressi compiuti, le sfide aperte e le nuove opportunità di miglioramento.

La nuova indagine ha coinvolto un campione di 22 imprese del Consiglio direttivo di GS1 Italy e aderenti a Ecr Italia (che riunisce le maggiori imprese di produzione, distribuzione e logistica del largo consumo), otto delle quali avevano partecipato anche alla prima rilevazione nel 2022. La misurazione è stata realizzata utilizzando la versione aggiornata di Circol-Up, il tool sviluppato da GS1 Italy per supportare le imprese del settore nella valutazione e nella valorizzazione del proprio grado di circolarità.

“Ecr Italia da sempre favorisce la collaborazione tra imprese per migliorare i processi e per costruire linguaggi, strumenti e standard comuni per agevolare e guidare il cambiamento. Con Circol-Up proseguiamo su questa strada, mettendo a disposizione del settore uno strumento condiviso, solido e scientificamente fondato per misurare e valorizzare il grado di circolarità lungo l’intera filiera”, afferma Silvia Scalia, Ecr & training director di GS1 Italy.

Nuovo benchmark

Rispetto a tre anni fa si registra un miglioramento significativo della performance media complessiva del settore, che passa dal 53% al 61%. La distribuzione delle performance evidenzia una maturazione complessiva, pur con differenze tra fasi del ciclo di vita e settori, a conferma della crescente integrazione strategica e strutturata dei principi di economia circolare nei modelli aziendali.

“Il nuovo benchmark di circolarità – prosegue Scalia – rappresenta un punto di riferimento per comprendere in che modo il settore del largo consumo stia evolvendo verso modelli più circolari e sostenibili. I risultati della ricerca offrono non solo una misurazione oggettiva, ma anche una chiave di lettura utile per orientare le strategie aziendali e le politiche di sistema”.

A trainare il miglioramento sono stati in particolare i settori della cura persona e della cura casa con una performance media di circolarità del 73,5% (era il 48% nel 2022). Il miglioramento è diffuso e riguarda tutto il ciclo di vita con la fase di utilizzo che resta quella con i progressi più moderati. Il settore alimentare conferma un percorso di crescita, con la performance media che sale al 65,3% (rispetto al 61% del 2022).

Punti di forza emergono nelle fasi di approvvigionamento (logistica efficiente, coinvolgimento di fornitori locali), produzione (uso efficiente delle risorse, gestione circolare degli scarti e dei residui dei processi produttivi), design degli imballaggi secondari e gestione dei rifiuti, mentre le fasi di utilizzo e design dei packaging primari presentano margini di miglioramento.

Migliori performance del retail

Si registra un lieve aumento delle performance del retail, che si attesta al 46% (contro 45% nel 2022). Punti di forza si registrano soprattutto nella minimizzazione degli imballaggi in ingresso, nella gestione dei reparti freschi e freschissimi (efficienza delle risorse, riduzione degli sprechi), nella formazione dei dipendenti e nella logistica esternalizzata orientata alla sostenibilità. La comunicazione verso i consumatori e la gestione dei prodotti prossimi alla scadenza rappresentano ambiti di eccellenza.

“Dalla prima edizione del 2022 a oggi – rileva Fabio Iraldo, professore ordinario di management della Scuola Sant'Anna di Pisa – abbiamo registrato progressi significativi e una crescente consapevolezza: la circolarità non si misura solo nei risultati, ma nella capacità delle imprese di apprendere, collaborare e innovare insieme. Con questa seconda edizione della ricerca, e attraverso l’utilizzo di Circol-Up, è stata fotografa l’evoluzione del settore e confermata la volontà delle aziende del largo consumo di intraprendere un percorso sempre più condiviso verso modelli circolari e a minor impatto ambientale”.

Circol-Up si evolve

La nuova versione di Circol-Up è allineata ai nuovi standard per la misurazione della circolarità nazionali (UNI/TS 11820), internazionali (ISO 59000) e ai nuovi obblighi di rendicontazione previsti dalla Csrd (Corporate sustainability reporting directive) e allo standard europeo Esrs E5, specifico sui temi di uso delle risorse e circolarità.

Per cogliere la complessità della catena del valore e la varietà delle pratiche circolari, sono stati aggiunti otto nuovi indicatori (Kpi), tra cui il grado di responsabilità e trasparenza nella selezione e nel monitoraggio dei fornitori, l'efficienza dell’utilizzo delle risorse in fase di produzione, l’attenzione alle caratteristiche di circolarità di imballaggi primari e secondari, la collaborazione in fase logistica, l’utilizzo di certificazioni di sostenibilità dei prodotti e la tracciabilità digitale.

“Misurare la circolarità significa rendere visibile l’impatto positivo delle imprese e supportare politiche e strategie di trasformazione più efficaci. Circol-Up contribuisce a colmare questo gap, offrendo metriche affidabili che supportano il dialogo tra aziende e stakeholder chiave e rafforzano la capacità del largo consumo italiano di essere protagonista della transizione circolare”, aggiunge Carolina Gomez, Ecr senior project manager di GS1 Italy.

       
       

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