Vinitaly: la parola alla Gdo
Vinitaly: la parola alla Gdo
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Con il fischio d’inizio di domenica 9 aprile, va in scena, a Verona, fino a mercoledì 12, il 51° Vinitaly, al quale si affiancano, da lunedì 10 Sol&Agrifood – Salone internazionale dell’agroalimentare di qualità - e Enolitech, rassegna delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie olivicole e olearie.
Le tre fiere vedono la presenza di 4.768 aziende. Vinitaly, da solo, conta 4.272 espositori da 30 Paesi, con un incremento del 4% sull’anno precedente e una crescente importanza della rappresentativa estera. Il tutto abbinato a un ricchissimo calendario di eventi, fra degustazioni, convegni, conferenze stampa e seminari, che si avvale, specie per l'intrattenimento di un valido fuori salone, Vinitaly and the city, che interessa le zone eleganti della città scaligera.
Le anticipazioni della ricerca annuale di Iri per Verona Fiere, diffuse dalla prima decade di marzo, confermano la buona partenza del 2017 per il canale Gdo con un aumento delle vendite del 4,9% dei vini a denominazione d’origine (Docg, Doc, Igt in bottiglia da 0,75lt) e del 2,3% del totale del vino confezionato (primo bimestre, a volume, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Ulteriori dati sono attesi per domani, 10 aprile, quando l’analisi Iri verrà presentata al pubblico in forma completa.
In ogni caso le cifre di gennaio e febbraio attestano il felice protrarsi delle tendenze 2016, improntate a un’interessante variazione positiva di denominazioni, rispettivamente del 2,7% e del 7 per cento.
“Già durante lo scorso anno gli spumanti sono stati protagonisti a scaffale insieme alle altre Doc e Docg di fascia alta. Bene anche per i vini a marchio del distributore: i nostri hanno registrato un’impennata in valore del 10,5% per le denominazioni e dell’8,6 per le bollicine”, sottolinea Simone Pambianco, product manager prodotti a marchio di Despar, gruppo che è protagonista, insieme a Conad, Carrefour, Iper La Grande I, Végé, EcorNaturaSi, Agorà, Italy Discount, S&C, dell’evento ‘Gdo Buyers’ Club’ (10-11 aprile), dove, appunto, i buyer vino delle catene mass market incontrano le cantine.
In Conad aumentano le vendite di vini di qualità, ma anche i prezzi medi a scaffale, come testimonia Valerio Frascaroli, buyer vino del gruppo: “Il 2016 si chiude per noi con un incoraggiante +2,8% a volume dell’intero comparto del vino confezionato. La crescita, anche per noi, è trainata dai vini a denominazione d’origine e dagli spumanti. Ma si muove con disinvoltura anche il formato mono dose, ottimo per le famiglie monocomponenti, o per la pausa pranzo. In Conad i bianchi crescono più dei rossi, ma anche i rosati, nel loro piccolo, vanno benissimo”.
I clienti finali sono sempre più esigenti e attratti dalla comunicazione a scaffale, come fa osservare Luca Bacciocchi, category manager vini, spumanti e Champagne di Carrefour: “Il consumatore dimostra una curiosità e una propensione all’acquisto maggiori verso il mercato del vino, con focus particolare sulla fascia di qualità medio-alta. La comunicazione si è rivelata fondamentale per catturare un cliente sempre più disposto a spendere. Pertanto si potrebbe lavorare ancora di più su cartigli, retro etichette, slim a scaffale e altro”.
Anche per Roberto Romani, buyer di ‘Iper la Grande I’, la Gdo deve puntare sempre più sui vini di qualità: “La tendenza è di una forte crescita nella fascia premium. Questo fenomeno renderà possibile diminuire gradualmente la pressione promozionale in tutti i segmenti enologici. Abbiamo un buon rapporto con le cantine e confidiamo di poter collaborare direttamente, senza la mediazione di concessionari o grossisti, anche con quelle cantine di livello top che fino a oggi hanno preferito servire l’Horeca”.
Soddisfazione esprime il gruppo EcorNaturaSi che opera in un mercato, quello del bio e vegan, decisamente sugli scudi. Michele Bonato, buyer vini e freschi, racconta che “il 2016 è stato un buon anno con un incremento dei volumi di vendita del 12%. La migliore performance è quella del Prosecco, ma salgono anche i vini senza solfiti aggiunti e con certificazione vegana. Anche in casa nostra comunque, dove la clientela è più selezionata già in partenza, resta importante la comunicazione a scaffale, per esempio con l’utilizzo di cartellini dettagliati e con informazioni utili per ogni referenza”.
L’interesse per il vino bio è attestato anche dal lato dei produttori, dove le estensioni di gamma verso il mondo biologico e vegano, sono ormai una costante. Non è un caso che, la scorsa settimana, tutti i vigneti trentini di Gruppo Lunelli, destinati alla creazione di Ferrari Trentodoc, abbiano ottenuto la certificazione biologica, un traguardo che è il punto di arrivo di un percorso impegnativo, iniziato oltre vent’anni fa.
Tornando alla distribuzione si osserva che è in positivo anche il canale discount, come dice Giovanni Filippini, della direzione acquisti di Italydiscount, network che raggruppa 8 insegne locali: “Abbiamo venduto, nel 2016, ben 6 milioni di bottiglie nei nostri 340 punti di vendita, utilizzando brand di fantasia. Nella linea delle bottiglie da 750cc in vetro abbiamo 54 etichette che non sono di nostra proprietà, ma frutto di accordi con singoli fornitori selezionati”.
Alla crescita della bottiglia da 0,75 lt corrisponde un calo degli altri formati. Lo conferma Adelio Bellagente, responsabile acquisti vino e olio di S&C Consorzio Distribuzione Italia, che raccoglie le insegne di supermercati MerSì e Sai: “Sono in difficoltà, invece, i packaging da un litro e mezzo e il brik, mentre i vini locali sono seguiti con crescente attenzione. Dunque nel 2017 potenzieremo questo segmento, inserendo vini locali di maggiore qualità e aumentando, per conseguenza, il valore dello scaffale e dunque i prezzi medi".
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