Prosegue la crescita del franchising nel quadro del più ampio processo di trasformazione e modernizzazione delle reti distributive italiane. Questo è quanto emerge dal Rapporto Annuale 2006 elaborato da Assofranchising, l’associazione di riferimento per il settore, in collaborazione con la società di consulenza Quadrante.

Il franchising si conferma quindi un importante strumento di competitività. Il giro d’affari generato dalle reti italiane ed estere operanti nel mercato nazionale ha oramai superato i 20 miliardi di euro, registrando una crescita del 10,5% rispetto al 2005. In aumento del 5,8% anche i franchisor, che raggiungono un totale di 778 marchi in Italia.

Buoni risultati anche per i punti vendita franchisee, che segnano +6,48% in Italia e +2,32% all’estero. A questi numeri corrisponde un incremento occupazionale che porta a 176.731 il numero di persone operanti nel comparto. La grande distribuzione, sia in ambito alimentare che non food, è il settore che pesa maggiormente sul giro d’affari complessivo, con una quota del 31,4%.

“Il franchising in Italia dimostra il suo ottimo stato di salute - ha commentato Graziano Fiorelli, presidente di Assofranchising - e si trova, dopo una lunga fase di sviluppo convulso, in un periodo di crescita costante che conferma il livello di maturità raggiunta”.

L’internazionalizzazione dei piani di sviluppo resta un passaggio obbligato, considerando la pressione di competitor stranieri. Non mancano, inoltre, le premesse per una nuova fase di crescita, come ha fatto notare il presidente Fiorelli: “Nei segmenti più maturi, gli operatori stanno rafforzando le posizioni acquisite, concentrandosi sull’ottimizzazione dei volumi esistenti più che sulla diffusione delle reti. In settori nuovi come il variegato mondo dei servizi i negozi in franchising si attestano come la modalità di espansione più efficace, assicurando tassi di crescita elevati nel breve e medio periodo”.

Il franchising è sempre più presente nello sviluppo di nuove imprese, nella riconversione del commercio tradizionale al dettaglio, nel passaggio generazionale delle aziende a conduzione familiare e nell’avviamento dell’imprenditoria giovanile. Questi elementi, uniti ai dati quantitativi rilevati dal Rapporto, non fanno che rafforzare la prospettiva di un’ulteriore crescita. A questo proposito è necessario “invitare enti pubblici e privati a sviluppare un approccio integrato alle problematiche - ha concluso Fiorelli -. L’obiettivo è capitalizzare appieno le potenzialità di una modalità distributiva volta a razionalizzare e modernizzare tutto il sistema economico”.