Si sa che la Francia, quando si tratta del sistema distributivo, è una delle nazioni più innovative e propositive. In questo senso è stata forse la prima a rendersi conto che ormai il vero business deve spostarsi sul servizio e servizio vuole anche dire vicinanza al consumatore e alle sue esigenze. La gente, a quanto pare, si è stancata, del resto anche in Italia, di affrontare i costi dello spesone del venerdì o del sabato: consumo di carburante se l’iper è piazzato nell’hinterland, scontrino troppo elevato per l’attuale potere di spesa, acquisto quasi inevitabile di beni che non comparivano nella lista. E così si è scatenata quella che potremmo definire “la battaglia per la prossimità”.

Gli esempi non mancano, a partire da Casino, che a fine aprile  inaugurerà il primo Casino Shopping a Marsiglia. L’insegna è destinata a rimpiazzare Petit Casino per i punti di vendita superiori ai 350 mq (700 unità potenziali). Casino Shop, invece, sostituirà i pdv inferiori ai 350 metri (1.200 unità). Al cambiamento di nome corrispondono ovviamente precise riflessioni strategiche alle quali risponde il restyling dei negozi, giocati su colori caldi, e il ripensamento dei reparti e del merchandising, in modo tale da creare, invece dei soliti lineari, delle vere e proprie isole merceologiche. Insomma ambienti accoglienti e a misura di consumatore o meglio di consumatrice, perché il nuovo format è pensato soprattutto per un’utenza femminile. E’ un fatto molto significativo che il rifacimento riguardi i format di piccole dimensioni.

Passiamo a Auchan, che è entrata nel mondo del commercio di vicinato a modo suo, con Auchan city – circa 4.000 mq - che ha aperto i battenti il 6 aprile, a Tourcoing (regione Nord-Pas de Calais). Questo concept è del tutto nuovo rispetto agli ipermercati tradizionali,  che raggiungono anche i 10.000 mq. Inizialmente saranno presenti 28.000 referenze, tra cui più di 20.000 esclusivamente alimentari.

Passiamo al gruppo Carrefour, che sta facendo di tutto per concentrare la propria attività sul core business e sulla madre Patria, e ha lanciato, in terra francese, due nuovi format di prossimità, cinque con i già varati Carrefour City (città), Carrefour  Contact (campagna) e Carrefour Montagne. Le due insegne che vanno a saldarsi al troncone del colosso distributivo sono Carrefour City Café e Carrefour Express, entrambe in franchising. Il primo è concentrato su un assortimento di 700 cibi da asporto e il primo punto di vendita ha aperto a Bordeaux il 16 dicembre. Il secondo concept è un piccolo supermercato di prossimità (100-250 mq) con 3.500 referenze e orari quasi da convenience store: dalle 8 alle 22, con apertura anche la domenica mattina.

E da noi? Molte insegne, da Unes a Coop, da Selex a Sma, tanto per citare a caso, stanno facendo un buon lavoro sui supermercati di vicinato e sulle superette, che fra l’altro sono sempre più orientate all’ecosostenibilità e alla ricchezza assortimentale, in barba alle ridotte dimensioni. Tuttavia la situazione è un po’ diversa, dato che l’iper è, secondo i dati Federdistribuzione, ancora relativamente poco presente, con un totale di punti di vendita che, a fine 2009 (ultimo dato disponibile) ammontava a 415 unità (401 l’anno prima). Il supermercato, dal canto suo, era in leggera flessione, da 9.048 a 9.026 punti di vendita, come del resto la superette, passata da 6.898 6.756 esercizi. Impressionante invece il trend dei discount: da: 3.848 a 4.129. Insomma in Italia c’è ancora spazio per le grandi e grandissimi superfici, ma forse vale la pena di considerare, e sicuramente i nostri distributori lo stanno facendo, la via francese come un possibile scenario futuro.