A otto mesi dall’entrata in vigore del decreto Bersani, IMS Health e IRI Information Resources hanno realizzato uno studio per fotografare l’impatto delle liberalizzazioni sul prezzo che il consumatore paga per i farmaci da banco.

Dall’analisi delle prime 15 referenze a più elevata rotazione - responsabili di oltre il 30% del giro d’affari complessivo dei farmaci da banco - emerge che i corner della gdo applicano uno sconto medio del 23,3%: più del doppio rispetto a quello effettuato dalle farmacie (10,9%).

I prezzi applicati alla referenze prese in esame mostrano una certa variabilità all’interno del canale, a causa principalmente alle scelte di posizionamento delle catene e alla valenza competitiva. In particolare, la diminuzione del prezzo - che raggiunge punte del 26,8% - è più evidente su prodotti di marca molto conosciuti e per i quali sono state applicate delle promozioni.

L’elemento più rilevante che spinge i consumatori ad acquistare farmaci da banco nei supermercati non è tuttavia il prezzo più basso. Da un’indagine IRI (Shopper Insight) emerge che la ragione principale risiede nella maggior efficienza per il consumatore in termini di tempo e di localizzazione nel momento in cui il punto vendita della gdo viene visitato per altri acquisti.

In particolare, l’82% del campione conferma che la motivazione principale dell’acquisto del corner è legata all’essere già presenti nel punto vendita per la spesa quotidiana o regolare (49%) e per la comodità di completamento del carrello (33%).

Dall’analisi – aggiornata a fine febbraio 2007 – dei punti vendita della gdo dotati di corner farmaceutici emerge un incremento: attualmente sono 85, di cui ben 38 nel Nord est. Seguono il Nord ovest con 23 corner, il Centro con 13 e il Sud che, anche se attualmente conta solamente 11 corner, ha registrato un deciso incremento.