Bianco o rosso, fermo o mosso, l’importante è che sia di qualità. Questa è la principale caratteristica che spinge il consumatore ad acquistare un vino. Prima la gdo era vista come venditrice di vini di fascia bassa. Oggi non è più così e sugli scaffali di supermercati e ipermercati il consumatore trova un assortimento vasto e, soprattutto, di qualità. A conferma di questo cambiamento arrivano i risultati di uno studio elaborato da ACNielsen per Vinitaly, il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati che si è tenuto nei giorni scorsi a Verona.

I record della gdo
La gdo si conferma sempre più importante per la distribuzione del vino di qualità italiano. Nel 2006 la quota di mercato di vino venduta nel canale ha raggiunto il 69,2% a volume, con una crescita dello 0,2% rispetto al 2005. Incremento anche per il fatturato mosso: +2,5 punti percentuali. La quota dei vini a denominazione d’origine (Doc, Docg e Igt) è pari al 52,9% a volume dell’intero mercato della gdo e raggiunge il 74% a valore. Il prezzo medio al litro dei vini è di 4,04 euro, mentre nel 2006 sono cresciute soprattutto le fasce di prezzo sopra i 6,4 euro (+12%). Il 64% delle vendite totali si concentra ancora nel range compreso tra i 2,6 e i 4,1 euro.

I vini protagonisti nella gdo
Lo studio di AcNielsen ha permesso di tracciare un elenco dei vini più venduti nei punti vendita della gdo nel corso del 2006. La migliore performance è stata registrata dal Chianti classico (Toscana), con oltre 34,6 milioni di euro, seguito dal Montepulciano d’Abruzzo, il Sangiovese (Emilia Romagna) e il Nero d’Avola (Sicilia). A crescere sono soprattutto le vendite dei vini a denominazione. In testa il Brunello di Montalcino (+68,5%), seguito da: Nero d’Avola (+42%), Gewürztraminer (+38%), Morellino di Scansano (+26%), Verdicchio di Jesi (23,8%) e Rosso di Montepulciano (+15%). Per quanto riguarda il packaging il 62,9% delle vendite totali è orientato ai prodotti confezionati in vetro, di cui il 37,4% è rappresentato da bottiglie da 75 cl. Seguono le confezioni in cartone (34,1%) e in plastica (36%).

Produttori e distributori: insieme alla conquista dei mercati esteri
Internazionalizzare l’agroalimentare made in Italy, aumentare le quote d’esportazione nei mercati esteri tradizionali ed essere presenti in quelli emergenti. Questi sono i principali obiettivi per il 2007 delle aziende produttrici, che sottolineano l’importanza di un accordo con i distributori per promuovere il vino italiano sui mercati internazionali, alla luce anche dei recenti contatti presi durante Vinitaly con operatori provenienti principalmente da Nord America, Cina, Giappone, Russia e Paesi dell’Est. “La grande distribuzione – sottolinea Massimo Mamberti, direttore dell’Istituito per il commercio con l’estero (Ice) – già svolge un ruolo di primaria importanza per la presenza dell’offerta di prodotti agroalimetari made in Italy, e del vino in particolare, sui mercati esteri. Questo ruolo crescerà nel 2007, in virtù di un intenso programma d’intervento sui principali mercati esteri e in particolare nell’area dell’Europa del Nord dove registriamo da alcuni anni la richiesta di un supporto promozionale al vino italiano”. “Siamo ottimisti – ha affermato Enrico Viglierchio, del consiglio direttivo di Federvini e direttore generale del Castello Banfi – su una collaborazione tra produttori e gdo italiana sui mercati esteri, tenendo però bene presente che non basta esportare il vino di qualità italiano, occorre anche un’opera parallela di divulgazione e informazione nei punti vendita della gdo.”