di Luca Salomone

La birra made in Italy fa i conti: il 2023 si è chiuso con una flessione dei volumi di oltre il 5%, dovuto ad aumento di costi, a inflazione e accise. Fra l’altro la riduzione sull’imposta, fatta balenare dai politici, non c’è stata e, dal 1° gennaio l’aliquota normale è stata fissata in 2,99 euro per ettolitro e per grado-Plato (2,97 nel 2023).

I dati, che risultano, dal nuovo rapporto Assobirra, pubblicato il 13 giugno, allignano molte altre cifre preoccupanti: ripiegamento della produzione (-5,02%), dell’export (-5,36%) e dell’import (-7,5%) e dei consumi (-5,85 per cento).

"Nei primi mesi del 2024 il trend di decrescita sembrerebbe essersi fermato - commenta l'associazione - e, qualora la stagione estiva dovesse segnare una ripresa, le prospettive di lungo periodo tornerebbero positive, perché supportate dal miglioramento della cultura birraria e dalla solida reputazione del prodotto brassicolo italiano.

Uno scenario auspicale, visto il peso del comparto: la birra italiana, infatti, dà lavoro a più di 100 mila operatori in oltre 1.000 aziende (1.012 tra birrifici, microbirrifici e malterie), crea un valore condiviso di 10,2 miliardi di euro (equivalente allo 0,54% del Pil) e, soprattutto, – unica fra le bevande da pasto - versa all’Erario oltre 700 milioni in accise annue, che si sommano alla contribuzione fiscale ordinaria.

Nel 2023 i volumi prodotti sono stati pari a 17,4 milioni di ettolitri, superando i livelli pre-pandemici del 2019 (17,3 milioni di ettolitri) e quasi eguagliando il 2021 (17,8 milioni di ettolitri).

I consumi, seppure in calo rispetto al record del 2022 (22,5 milioni di ettolitri), si sono attestati a 21,2 milioni di ettolitri mentre l’import si è concretizzato in 7,4 milioni di ettolitri.

“La Germania, che gode di una tassazione 4 volte inferiore a quella italiana – precisa ancora Assobirra - rimane il principale Paese di origine dei nostri acquisti, con il 41,7% del totale import, seguita dal Belgio (con una quota del 20,7%), dai Paesi Bassi (9,8%) e dalla Polonia (9,4%)”.

Nel corso dell’anno l’export ha totalizzato invece 3,6 milioni di ettolitri,

Tra i canali distributivi e di consumo emerge il fuori casa, che nel 2023 registra un +1,8% rispetto all’anno precedente - di fatto mantenendo gli stessi volumi, con consumi complessivi leggermente inferiori agli 8 milioni di ettolitri – e bilanciando in parte l’ampia flessione del consumo domestico e quindi del canale Gdo, che ha dovuto fare i conti con la riduzione del potere d’acquisto.