Perché P&G taglia settemila posti

Perché P&G taglia settemila posti
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Settemila lavoratori in meno negli impieghi non manifatturieri entro la fine del 2026.
Questa la conseguenza più dolorosa del piano di riduzione dei costi che Procter&Gamble ha presentato ieri, 5 giugno, a Parigi, durante la ‘Deutsche Bank global consumer conference 2025’.
Si tratta di una manovra che avrà un impatto del 15% sui non addetti alla produzione e del 6,5% circa, se si fa il calcolo su un organico complessivo intorno alle 108mila persone.
Cessioni in vista
Altre misure riguarderanno, spiega P&G, l'uscita da alcune categorie e marchi nei singoli mercati, da realizzarsi anche tramite cessioni. E questo per snellire le catene di approvvigionamento e avere una localizzazione più corretta delle singole produzioni.
Giocano anche fattori tecnologici, come l’intelligenza artificiale, che richiedono oggi, secondo il gruppo, squadre manageriali più piccole ed efficienti, in grado di prendere le decisioni in modo più puntuale.
Fra le cause del piano si citano le maggiori incertezze che minacciano i consumatori di oggi, una concorrenza sempre più agguerrita e un contesto geopolitico imprevedibile. Non si fa menzione, ma sono praticamente sottintese, le guerre, reali o daziarie.
Secondo un’analisi svolta da Reuters la politica economica messa in atto dal presidente Usa ha già avuto un costo, per le imprese, pari a 34 miliardi di dollari di mancate vendite.
La stessa P&G, in un simile contesto, ha finito per ridurre le proprie stime di crescita per l’anno fiscale 2025. La proiezione dei ricavi organici, si è abbassata al 2%, da una precedente valutazione fra il +3 e il +5 per cento.
Il colosso Usa, che ha archiviato il 2024, con un fatturato consolidato di oltre 84 miliardi di dollari (+2% sul 2023 e +4% di incremento organico, cioè escluse acquisizioni ed effetti valutari), o di 73,5 miliardi di euro al cambio attuale, intende comunque aumentare le proprie performance.
Un potenziale di 30 miliardi
Il gruppo è reduce da sei anni consecutivi di crescita (organica), pari o superiore ai 4 punti percentuali e il bilancio dello scorso anno è stato l’ottavo a presentare, in modo consecutivo, una variazione dell’utile per azione, pari o superiore, al 2 per cento
“Nei primi tre trimestri dell'anno fiscale 2025, P&G – si legge - ha restituito più di 13 miliardi di dollari ai soci, in forma di dividendi e riacquisti di titoli e, ad aprile, ha annunciato un aumento del cinque percento del dividendo stesso”.
P&G, mantenendo questi ritmi, intravvede un potenziale di incremento di 5 miliardi di dollari negli Usa e questo semplicemente aumentando la penetrazione dei propri marchi e prodotti presso target al momento raggiunti in modo marginale.
La stima balza a 10 miliardi in Europa ed è addirittura fra i 10 e i 15 miliardi per lo scacchiere messicano.
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