Osservatorio Confimprese: calma piatta sui consumi. Ci salverà il Natale?
Osservatorio Confimprese: calma piatta sui consumi. Ci salverà il Natale?
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La domanda è molto statica, fin troppo statica: lo dice la nuova edizione del Retail Barometer Confimprese-Jakala condotto sul progressivo gennaio-agosto 2024, confrontato con gennaio-agosto 2023.
Il mercato totale, che considera gli esercenti di abbigliamento-accessori, la ristorazione e il cosiddetto ‘altro retail’ si ferma a un dato negativo dello 0,4 per cento, con un imprenditore su due che conferma risultati in flessione sul corrispondente.
E questo nonostante, poco tempo fa, la stessa Confederazione, sottolineasse un'impennata delle nuove aperture nel secondo semestre di quest'anno.
Tornando agli andamenti della domanda il Barometro rileva che - anche grazie al rientro dell’inflazione e all’arrivo dei mesi autunnali e del Natale - il 54% delle aziende reputa che l’anno possa ancora chiudersi con un trend positivo.
«I primi 8 mesi – precisa Mario Resca, presidente di Confimprese – non sono confortanti e ritraggono un mercato stagnante. Basti pensare che solamente l’anno scorso il Pil italiano è tornato ai livelli che aveva prima del 2008, quando scoppiò la crisi di Lehman Brothers: ci sono voluti quindici anni per chiudere la forbice. In questo periodo è stato accumulato un ritardo di oltre 10 punti con la Spagna, 14 con la Francia e 17 con la Germania. L’inflazione ha creato una forbice tra il costo degli acquisti di merci e la dinamica dei salari che si sta, tuttavia, gradualmente riducendo»
Per settore l’abbigliamento-accessori si rivela in parità, la ristorazione perde lievemente quota (-0,1%) il resto del commercio accusa una perdita pari a 1,9 per cento.
Per canale l’unico in campo positivo è il travel con un +2,1 per cento. In flessione, sia pure di poco sotto lo zero percentuale, tutti gli altri, centri commerciali compresi.
Per regione si notano particolari spunti con il segno ‘più’ solo in Basilicata +2,2%, Abruzzo +1,5% e Liguria a +1,5%. Una sorpresa, quest’ultima, a fronte degli andamenti negativi registrati nel corso del 2024.
Il gruppo più cospicuo è formato da territori con un livello di domanda che si adegua alle variazioni, minime, del mercato: +0,6% in Lombardia, Friuli-Venezia Giulia -0,2%, Sicilia -0,6%, Veneto e Campania a -1 per cento. Le altre regioni in campo negativo mostrano dati fra il -2,3% e il -4,6 per cento.
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