Mentre si scaldano i motori per la 28esima edizione di Sana, la principale rassegna del biologico e naturale che apre i battenti domani, venerdì 9 settembre, a Bologna Fiere, oltre 2 italiani su 3 (67%) confermano il proprio interesse per un’alimentazione sempre più curata e si dicono preoccupati degli ingredienti artificiali contenuti nei cibi, anche se non sono disposti a rinunciare al gusto (elemento sacrificabile solo per il 37%) e, soprattutto, alla cena al ristorante.

In Spagna i timorosi di additivi e ingredienti sono il 60%, nel Regno Unito il 55%, in Germania il 53%. Uno su 5 (21%), rispetto al 15% della media europea, vorrebbe sugli scaffali dei supermercati più alimenti alternativi alla carne e composti da proteine di origine vegetale.

I dati emergono dalle Survey di Nielsen “Global Health and Ingredient-Sentiment” e “Global Out-of-Home Dining” condotte su un campione di oltre 30.000 individui in 61 Paesi tra agosto 2015 e marzo 2016.

Il 63% del campione, si legge ancora nella prima delle due ricerche, afferma di essere attento all’alimentazione per prevenire alcune malattie croniche (obesità, diabete, colesterolo alto, ipertensione), mentre il 53% si dichiara disponibile a pagare un prezzo più alto per cibi che non contengano alimenti indesiderati.

L’amministratore delegato di Nielsen Italia, Giovanni Fantasia, spiega che “alla base della maggiore attenzione prestata al tema salute e benessere sono individuabili 5 macro trend: il progressivo aumento dell'età media della popolazione, una crescita dei tassi delle malattie croniche, come ipertensione e diabete, le allergie o intolleranze per determinati cibi, l’affermarsi dell’atteggiamento propenso all’auto-diagnosi del proprio stato di salute, la crescita di consumatori informati e connessi”.

I dati sul vissuto degli italiani nel campo dell’alimentazione spiegano i trend di mercato: i prodotti appartenenti al paniere “Benessere & Salute” - senza glutine, delattosati, ad alta digeribilità, integrali, senza sale, bevande vegetali, cibi a base di soia, gli integratori vitaminici e minerali ecc. - monitorato da Nielsen Trade*MIS nella distribuzione moderna a luglio 2016 hanno fatto rilevare su base annua una variazione positiva delle vendite a volume (quantità vendute a prezzi costanti) pari a +8,4% e a valore (giro d’affari) del +9 per cento.

La survey prende in esame non solo il fenomeno salutistico ma si spinge a scandagliare l’atteggiamento culturale nell’ambito del quale si colloca. Risalta, in questo senso, un filone di pensiero che può essere sintetizzato dall’espressione “back to basics”, cioè il ritorno agli elementi base dell’alimentazione. Tale modo di concepire il cibo si declina nei seguenti dati: il 66% dichiara di non assumere prodotti animali contenenti antibiotici e ormoni, il 65% evita coloranti artificiali, il 62% i conservanti, il 60% gli Ogm, il 59% gli aromi ottenuti con additivi estranei ai prodotti stessi.

Si riscontra che il 55% del campione richiede più prodotti naturali al cento per cento, il 49% senza coloranti artificiali, il 43% senza aromi aggiuntivi, il 41% senza Ogm e il 36% alimenti biologici. Contemporaneamente ai prodotti “back to basics” – conclude Nielsen - si sono venuti a configurare i cosiddetti “less is more”, vale a dire quegli alimenti che risultino dalla composizione del minor numero possibile di ingredienti.