Molto vino nuovo, ma meno del 2015: lo dicono le prime stime di Assoenologi (5 settembre) constatando che si produrranno meno di 49 milioni di ettolitri di vino e mosto (49,4 nel 2015), a fronte però di una media quinquennale (2011/2015) di 44,6 milioni e di una decennale (2006/2015) di 45,4 milioni.

L’Emilia Romagna, l’Abruzzo e la Puglia fanno registrare un incremento della produzione del 10%. Segue con +5% il Friuli Venezia Giulia. Per contro la Sicilia e la Campania produrranno ben il 20% in meno rispetto al 2015, quindi il Trentino Alto Adige, il Veneto, la Toscana, le Marche, il Lazio/Umbria con -5%. Solo in Piemonte e in Sardegna ci si aspetta una produzione pressoché uguale a quella della scorsa campagna. Una situazione, pertanto, piuttosto eterogenea caratterizzata da alti e bassi a seconda delle zone, influenzate alcune anche dall’entrata in piena produzione di nuovi vigneti.

Il quantitativo 2016 si pone al terzo posto nella classifica degli ultimi 10 anni, superato solo nel 2006 (49,6) e nel 2015 (49,4).

Il Veneto rimane la regione più produttiva con 9,3 milioni di ettolitri, seguita dalla Puglia (8,7) e dall’Emilia Romagna (8,1). Queste tre regioni insieme totalizzeranno oltre 26 milioni di ettolitri, ossia il 53% del totale Italia.

Qualità ottima in tutta la Penisola: a un inverno mite e con scarse precipitazioni hanno fatto seguito una primavera e un inizio estate caratterizzati da piogge abbastanza abbondanti che hanno ripristinato le riserve idriche.

“Le premesse per incorniciare il 2016 come un millesimo da ricordare ci sono tutte. Questo – precisa Assoenologi - potrà però essere confermato in tutte o in parte delle regioni vitivinicole italiane se i mesi di settembre e di ottobre decorreranno con giornate di sole adeguate e precipitazioni confacenti”.
I consumi interni saranno in ribasso e, a fine 2016, si scenderà sotto i 36 litri pro-capite, contro i 45 del 2007.


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