Ha sorpreso gli osservatori l’annuncio, da parte di Ikea Italia, del blocco del contratto integrativo aziendale, una manovra che, secondo i calcoli dei sindacati, potrebbe portare a una diminuzione salariale del 18-20 per cento.

Anche se, a guardarsi in giro, le cattive notizie, in termini di occupazione, non mancano di sicuro: da Auchan a Carrefour, da Coop Estense a Mediaworld-Saturn.

Spiega una nota di Filcams Cgil, che, a seguito della disdetta unilaterale di tutta la contrattazione integrativa da parte dell’azienda, è stato proclamato lo stato di agitazione e un pacchetto di 16 ore di sciopero (il primo in 25 anni, ndr.), di cui 8 saranno gestite a livello territoriale, con iniziative sparse su tutto il territorio nazionale.

Con più di 6.000 dipendenti in Italia, 21 negozi su tutto il territorio nazionale, Ikea – prosegue il comunicato - ha fatto della partecipazione dei suoi “co-workers” una bandiera, ma ha smentito con questa operazione anni e anni di buone relazioni sindacali.

“L’Azienda ha deciso di compiere un atto politico grave - afferma Giuliana Mesina della Segreteria Nazionale Filcams CGIL -. Dando disdetta di tutti gli accordi, nazionali e locali, ha voluto porre un macigno sul tavolo di confronto. Restiamo disponibili ad avviare un negoziato costruttivo, ma una trattativa sana e dignitosa non può essere condizionata da un ricatto”.

La risposta dell’azienda è che “il contesto economico degli ultimi anni è radicalmente mutato e impone di rivedere i contenuti del contratto integrativo per garantire un futuro solido e sostenibile a Ikea Italia. Ecco perché, vista l’esperienza di oltre 25 anni di buone relazioni sindacali Ikea ha chiesto al sindacato di posticipare tale data di 2 mesi, nella convinzione di arrivare a un nuovo accordo entro breve, attraverso un serrato calendario di incontri.

“Per questo la reazione ci sembra sproporzionata e intempestiva dal momento che il contratto integrativo continuerà ad essere applicato vista la prosecuzione delle trattative.

“Ikea vuole favorire lo sviluppo di un sistema di contrattazione informato e partecipativo ed ha presentato al sindacato un’analisi dettagliata sull’andamento economico di Ikea in Italia e dei disastrosi effetti della congiuntura economica sull’utile dell’azienda (già oggetto di confronto da oltre un anno), con l’obiettivo di lavorare insieme su alcuni temi, salvaguardando l’occupazione e migliorando le politiche sociali”.