Secondo recenti indiscrezioni si avvicina sempre di più lo sbarco in Italia  di Starbuck’s, il re delle caffetterie che vanta una presenza capillare in tutto il mondo: 17.000 negozi, 55 Paesi presidiati, un giro di affari intorno agli 11 miliardi di euro.

Il boss e fondatore della catena, Howard Schultz, che ha fra l’altro stipulato accordi con Autogrill e che vanta amicizie con il bel mondo dell’industria e della moda nostrane, ha descritto a suo tempo, in un’intervista rilasciata al “Corsera” il proprio punto di vista sullo sbarco nella Penisola, patria dell’espresso, dove vuole esordire con un locale che stupisca la clientela, che colpisca nel profondo i consumatori di una nazione abituata al buon cibo e al buon bere, che faccia insomma la differenza.

Intanto su Internet e sui social network si moltiplicano le pagine di fan che richiedono a gran voce la presenza dell’insegna americana anche da noi. I detrattori invece sostengono che il bibitone di Starbuck’s, una via di mezzo tra un frappé e un cappuccino ha, per le nostre abitudini un costo eccessivo, ossia di 2 euro.

Il fatto è che il mercato nazionale è già molto ben presidiato, sia da catene di stampo americaneggiante, come Arnold Coffee, a Lavazza Coffee shop, a Espressamente Illy, solo per citare a caso. A questo punto Schultz dovrà essere veramente capace di lanciare una strategia differenziante, per non rischiare lo scontro e la sconfitta contro competitor molto agguerriti.