Ben 128 chiusure in Italia, di cui una parte attuate in febbraio e marzo, su un totale di oltre 500 punti di vendita: questo, a regime, il piano di tagli del leader della profumeria, Douglas, che ha già disdetto un buon numero di contratti di affitto.

La catena tedesca, la cui presenza nel nostro Paese è storica, ha acquisito, nel 2017 Leading luxury group e quindi i suoi due marchi, Limoni e La Gardenia, che, ai tempi, contavano 500 negozi circa.

Nonostante l’enorme potenza di fuoco l’insegna, evidentemente, non ha potuto reggere, nella rete fisica, all’impatto del Covid e, quindi, i vari lockdown, la riduzione di frequentazione delle vie commerciali e degli shopping center, nonché il travaso degli acquisti sull'online, un mercato dove, a livello di gruppo, ha comunque ottenuto una crescita del 74 per cento all’inizio dell’anno fiscale 2020-2021, con ricavi di 443 milioni di euro.

I sindacati sono in grande agitazione - in ballo ci sono 457 posti di lavoro -, anche perché, il blocco dei licenziamenti è stato prorogato al 31 ottobre dal Governo Draghi, ma il canale, purtroppo ha perso, secondo Cosmetica Italia, il 24 per cento delle vendite al dettaglio, mentre l’intero comparto del beauty ha archiviato una flessione dei ricavi dell’11,6 per cento.

Il confronto tra le parti sociali è stato fissato, al Mise, per il 9 aprile.

Intanto la casa madre, che conta in Europa più di 2.000 punti vendita, ha varato un piano di rifinanziamento di 2,55 miliardi di euro, diretto a garantire una solida posizione finanziaria nei prossimi 5 anni. Ma lo sviluppo, a quanto si legge in una nota ufficiale, dovrebbe avvenire soprattutto all’insegna del motto ‘Digital first’.