Un quadro, insomma tutto fatto di ombre con una forte accentuazione del gap fra Nord e Sud: il Mezzogiorno rappresenta drammaticamente l’epicentro della crisi.
Per fare quadrare i magri bilanci le famiglie italiane sacrificano i consumi non-food (auto, arredo casa, multimedia, elettrodomestici e abbigliamento), ma tagliano anche gli alimentari e modificano il carrello della spesa, dove tornano a crescere i prodotti di base (olio d’oliva, latte uht, tonno in scatola). I nostri connazionali sono sempre più sobri (più consumi in ambito domestico), più abili (cercano le promozioni e privilegiano i discount) e soprattutto sempre più pessimisti (il 42% dichiara peggiorate le proprie prospettive di lavoro; un anno fa l’indice era al 23%).
E l’inflazione galoppa. Secondo Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione Coop, “la distribuzione si è molto impegnata, rinunciando a una parte dei propri margini, per contenere i prezzi. Purtroppo attualmente siamo di fronte a una manovra economica che, a partire dall’aumento dell’Iva, non farà altro che ridurre ancora il potere di spesa. I provvedimenti varati dal Governo vengono per giunta a impattare su categorie già in recessione: automobili, chimica per il consumo, vestiario, alcuni generi di alimenti di lusso. Devo dire che la soluzione che intravedo è di fare sistema con l’industria per reagire a un futuro preoccupante, anche se devo anche rimproverare ai produttori di essersi impegnati molto meno del commercio per contenere gli effetti inflativi, già forti per i continui rincari delle materie prime”.
In tutto questo scenario Coop comunque non rinuncia a un robusto piano di investimenti e lancia, da qui al 2013, un programma da 500 milioni di euro che prevede 54 nuovi punti di vendita (44 supermercati e 10 ipermercati), per 125.000 mq di superficie di vendita.