Non sono grandi momenti per il sistema Coop. La prima tremenda spallata è giunta mercoledì 9, quando “Il Fatto Quotidiano” di Antonio Padellaro e Marco Travaglio, rispettivamente direttore e vice direttore, ha scoperchiato la pentola della cosiddetta finanza rossa . La seconda ha investito Unicoop Tirreno, con accuse di compromissioni con la camorra.

La testata telematica ‘IlMediano.it’ riferisce, in un articolo sempre del 9 ottobre, alcune dichiarazioni scritte del segretario di Filcams-Cgil Campania, Raffele Lieto. “Coop Toscana – scrive Lieto – non si è sottratta all’abbraccio mortale della cattiva politica, del rapporto con varie famiglie di ogni tipo presenti sul territorio e nemmeno a un certo tipo di sindacato. Mi riferisco – spiega Lieto – a quelle famiglie che controllano il territorio, ai clan della camorra, ai terreni su cui sono stati costruiti gli Ipercoop, a chi ha costruito, ai parcheggi, ai servizi. Ci sono sindacati che fanno affari. Sono state soddisfatte richieste clientelari di tanta politica, assunzioni. Infine annunciano la chiusura di Afragola (locomotiva del centro commerciale Le Porte di Napoli, ndr.), con il malcelato intento di scappare definitivamente dalla Campania, nei prossimi mesi. Pagano dunque i lavoratori e la regione, mentre non risulta ancora una discussione vera nella Coop per capire cosa sia accaduto e chi abbia sbagliato”.

Insomma l’idillio fra i sindacati rossi, ma anche la sinistra in generale, e le Coop sembra ormai un fatto che appartiene a un passato da ricordare.

Lo conferma la replica, durissima, di Unicoop. Riportiamo sempre dal Mediano di ieri:  "Lasciar intendere – scrive Unicoop - senza dire esplicitamente è la modalità più scorretta per mettere in cattiva luce l’interlocutore. Lieto sia chiaro, se sa denunci, altrimenti taccia, su questo s’intende. Come Unicoop Tirreno rivendichiamo correttezza nei rapporti istituzionali e imprenditoriali – si spiega nel comunicato della direzione generale - infatti gli unici procedimenti ci hanno visto dalla parte dei danneggiati e nelle varie realizzazioni siamo entrati quando la previsione urbanistica era già definita”.
 
“La storia descritta da Lieto – aggiunge Unicoop - ci pare molto semplicistica e fuorviante perché non vi trovano posto il salvataggio della più importante esperienza di cooperazione di consumo in Campania, gli oltre 200 milioni investiti per consolidare ed estendere la rete vendita, i quasi centomila soci campani che hanno saputo divenire negli anni un soggetto attivo nelle varie comunità locali, il ripiano dei vari disavanzi gestionali, la capacità competitiva testimoniata anche dalla recente indagine di ‘Altroconsumo’, che pone l’ipermercato di Afragola al primo posto in termini di convenienza nella provincia di Napoli, le vessazioni territoriali subite per l’apertura di Afragola e le vicende che precedentemente hanno portato a tre chiusure e a quattro aperture della struttura di Avellino”.
 
“Certe posizioni – stigmatizza infine Uniccoop - si comprendevano meglio un po’ di tempo fa, visto che sono passati oltre sessanta giorni dall’ultimo incontro con le cooperative emiliane. Adesso appaiono pensate per giustificare a posteriori il proprio comportamento”.