L’innalzamento dei prezzi delle materie prime ha toccato il picco più alto negli ultimi tra marzo e dicembre 2008, ma nei primi mesi del 2009 la situazione sembra essersi riassestata sui livelli dello scorso novembre. Secondo i dati Nielsen aggiornati a fine marzo scorso, il prezzo medio dei prodotti a scaffale è comunque aumentato del 16,2% a seguito dell’incremento della materia prima e dei costi di produzione. Il risultato? Il mercato delle conserve rosse è cresciuto del 12,7% a valore raggiungendo i 621,5 milioni di euro e ha subito una flessione del 3% a volume a 508,6 milioni di chili.

Il comparto delle conserve rosse rimane comunque uno dei fiori all’occhiello del nostro sistema agroalimentare
, nonostante si tratta di uno dei più maturi e saturi del food. Le aziende continuano a migliorare i sistemi di autocontrollo in ogni fase della produzione, differenziandosi così da molti competitor stranieri e si dimostrano anche all’avanguardia nei processi di trasformazione. E se a livello competitivo restiamo penalizzati dalla forte frammentazione, per le aziende risulta dunque fondamentale investire sul miglioramento qualitativo. L’innovazione non deve essere fine a se stessa, ma atta a qualificare il prodotto e valorizzare la materia prima, anche perché i consumatori si dimostrano sempre più attenti alle caratteristiche salutistiche e nutrizionali più che alle novità sul fronte dei gusti.

Grazie alla facilità e velocità di utilizzo, tra i segmenti spiccano le passate
che continuano a rappresentare la metà dei volumi del mercato. In seconda e terza posizione si collocano le polpe e i pelati. Dalla Rustica di Cirio alla Classica di De Cecco, tutte le aziende confermano questo trend, segnalando la passata come il prodotto più alto vendente all’interno della propria offerta. Ma si assiste anche a uno spostamento verso il formato brik, per il posizionamento di prezzo inferiore alla media ma anche per la crescente attenzione alle tematiche ambientali. Il tutto a scapito degli imballaggi classici, come il vetro e la banda stagnata, penalizzati anche dai forti rincari subiti dalla materia prima. Pomì, il marchio che fa ora capo a Boschi Food & Beverage, e La Doria puntano proprio sull’imballaggio di carta: la prima, inaugurerà una linea Tetra Recart che permetterà di confezionare derivati di pomodoro al naturale e ricettati, mentre La Doria punterà sulla tecnologia Combisafe, che permette di realizzare imballi più accattivanti, meno ingombranti e onerosi.

Sul fronte dei sughi pronti la situazione appare molto diversa.
Secondo i dati Nielsen, il totale dei sughi a lunga conservazione - composto da sughi rossi, bianchi, pesto e condimenti per risotti - ha registrato nell’anno terminante a marzo 2009 un giro d’affari di 236 milioni di euro (+7,2%) con circa 46 milioni di chili commercializzati  (+6,6%). Complici, da un lato, l’arricchimento a scaffale con prodotti ad alto contenuto di servizio e ricettazioni sempre più evolute e, dall’altro, un numero di acquirenti in continua crescita.

L’ultimo periodo ha confermato la leadership dell’industria di marca
anche se l’attuale situazione economica ha spinto molti consumatori a cambiare le proprie abitudini di spesa. Tra i segmenti dominano ancora i rossi a base pomodoro, che pesano a valore oltre tre quarti del mercato, seguiti dal pesto e infine dai bianchi. I maggiori player continuano a puntare su innovazione tecnologica e ricerca delle materie prime, lanciando nuove varianti di utilizzo e gusto. Barilla, De Cecco, Star Alimentare, Buitoni, ma anche Conserve della Nonna del gruppo Fini, Granoro e Dinon: da parte di tutte le aziende è forte l’attenzione alla ricerca di nuove ricettazioni e al contenuto di servizio. Ma anche i follower non stanno a guardare e, in un comparto che impone di distinguersi, c’è chi punta su un posizionamento premium, esaltando la matrice regionale, come D’Amico e il Pastificio Garofalo, che propongono sugli scaffali ricette della tradizione campana.

La ricerca di nuove ricettazioni va di pari passo allo sviluppo di pack funzionali.
Da segnalare la sempre maggiore attenzione ai formati più piccoli, dedicati a single e famiglie poco numerose. Oltre al formato risotto, il packaging deve soddisfare anche le esigenze di stoccaggio, utilizzo e riutilizzo. Condividono il ruolo tattico delle confezioni small Barilla, che ha lanciato il formato da 200 grammi e due porzioni, e il Pastificio Garofalo, con una confezione composta da due vasetti da circa 90 grammi.

Un comparto come quello dei sughi pronti, in costante crescita e che vede l’ingresso continuo di nuovi player, risulta difficile da razionalizzare. La gestione dello scaffale appare spesso caotica, per l’affollamento di marche, gusti e formati. Mentre, in altri casi, il numero di brand trattati appare piuttosto limitato. È per questi motivi, e allo scopo di garantire maggiore visibilità ai propri prodotti, che alcune aziende puntano sull’extradisplay, proponendo varie soluzioni ai punti vendita, dagli stopper alle locandine agli espositori personalizzati.

Per conoscere più in dettaglio l’andamento del mercato e le strategie dei principali concorrenti si legga l'articolo nella sua forma integrale su Food di giugno 2009, pagg. 50-62.