Un trattore a due assi che aggancia un semirimorchio a tre assi, il quale a sua volta se ne porta appresso un altro un poco più corto formando un gigante della strada lungo 25,25 metri distribuito su sette assi. È questo l’European modular system di cui Ailog, l’associazione delle imprese di logistica, chiede la sperimentazione su strada come sta avvenendo in Francia e Germania mentre nei Paesi Bassi, Svezia e Finlandia già circola da una decina d’anni. La sua lunghezza va ben oltre i limiti ora consentiti in Italia che sono di 16,50 metri per un articolato e di 18,75 per un autotreno composto da una motrice (camion a due o tre assi) più rimorchio (può avere anch’esso due o tre assi).

Un prototipo del veicolo è stato presentato nell’area messa a disposizione da Mercatone Uno presso la sua sede di San Giorgio in Prato, nel Bolognese. Spiega Alberto Leali, production brand manager di Golden Lady e coordinatore del gruppo di lavoro trasporti Ailog incaricato di portare avanti il progetto pilota Ems per l’Italia: “Se per far viaggiare tre normali articolati in condizioni di sicurezza ci vogliono 150 metri di strada, per due Ems che trasportano lo stesso numero di pallet bastano 100 metri”.

Ailog intende chiedere al ministero dei Trasporti l’autorizzazione a sperimentare su tratte definite l’Ems al fine di presentare entro giugno 2011 i risultati al gruppo incaricato dalla Commissione Ue di elaborare indicazioni valide per tutti gli stati membri. Si tenga presente al proposito che attualmente agli Ems è impedito varcare i confini nazionali proprio perché non tutti gli aderenti all’Unione ne hanno previsto l’impiego.

La questione dei camion extralunghi è tornata d’attualità dopo un periodo di oblio a causa della crisi che spinge le aziende a tagliare costi ovunque ritenuto possibile. Due autisti al posto di tre e una riduzione sia dei consumi sia delle emissioni nocive creano vantaggi grazie ai quali Ailog ritiene di poter convincere le autorità a concedere la sperimentazione. Ma non si voleva incrementare il trasporto merci su ferro e lungo le autostrade del mare? È questa la domanda che potrebbe porre ostacoli nella discussione in corso, ma è vero che a fronte di tanti discorsi i provvedimenti pratici sono stati insufficienti e sporadici.

Nel medio periodo la gomma continua a presentare una flessibilità insostituibile per la maggiorparte delle imprese per le quali dev’essere comunque chiaro che gli Ems potranno sostituire una quota minore del parco pesante circolante, senz’altro inferiore anche a quella che attualmente opera in Scandinavia, pari al 15% circa del totale: le infrastrutture italiane, già ora inadeguate alla fase contingente, non potranno forse mai permettere di superare le numerose formazioni montuose disseminate sul territorio. È questa la ragione per la quale si ipotizza l’uso eventuale degli Ems solo tra impianti produttivi, magazzini e centri di distribuzione ubicati nelle periferie urbane e lungo direttrici ben servite da grandi arterie di comunicazione prive o quasi di curve, salite e discese impegnative.

Antonio Massa