Dalla centrale acquisti all’inserimento vero e proprio nella catena di supply chain: questo il processo, che ormai può dirsi concluso, della funzione di approvvigionamento delle merci in Auchan che si era posta già da diversi anni l’obiettivo di un maggior controllo dell’intera filiera. Ora, una volta definiti gli accordi quadro con i fornitori da parte della centrale acquisti, a subentrare nella gestione sia amministrativa sia fisica del flusso di movimentazione delle merci dal luogo di fornitura allo scaffale del punto vendita è appunto la direzione della supply chain.

 Nell’articolazione del processo un’indubbia rilevanza l’ha assunta lo sviluppo della partnership tra distributore e fornitori, con la centrale acquisti che mantiene il compito di individuare le occasioni nelle quali è più opportuno stringere le forme di collaborazione in virtù del grado di fedeltà dimostrato dai consumatori per quel certo tipo di prodotto partendo da una valutazione combinata di due parametri fondamentali: la capacità di muoversi in una logica just in time da un lato e la reattività in grado evitare le rottura di stock dall’altro.

A testimoniare l’avvenuto, almeno con certi fornitori, processo di integrazione, vi è l’intesa raggiunta che dà ad Auchan la possibilità di ritirare alcune merci nei luoghi di produzione tramite autotrasportatori di fiducia per una maggiore ottimizzazione dei viaggi. L’insegna mostra inoltre un grado apprezzabile sensibilità ambientale avendo stabilito, quale parametro per la selezione dei fornitori del trasporto su gomma, l’impiego privilegiato di veicoli con motori Euro 5, quelli di ultima generazione, essendo l’introduzione dello standard Euro 6 previsto a partire dalla fine del 2013.

Gli stessi responsabili della logistica di Auchan non hanno fatto mistero, confrontandosi nei mesi scorsi in ambiti specialistici, di auspicare un maggiore utilizzo della modalità ferroviaria almeno per il trasporto alle grandi piattaforme dei prodotti non-food le cui consegne possono essere programmate con un anticipo tale da non richiedere lead-time troppo brevi. Resta il fatto che il “ferro” attualmente mostra ancora una competitività troppo scarsa, sul cui sviluppo si può agire solo operando in chiave strategica nazionale.