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Unifrigo Gadus, l’innovazione è nel servizio

Unifrigo Gadus, l’innovazione è nel servizio
Andrea Eminente, amministratore delegato di Unifrigo Gadus

Unifrigo Gadus, l’innovazione è nel servizio

Information
Veronica Fumarola

Da importatore e distributore di baccalà e stoccafisso dei mari del nord, Unifrigo Gadus nel tempo ha ampliato la sua offerta fino a presidiare l’intero mondo delle conserve ittiche: dal tonno alle sardine passando per le aringhe, cercando di garantire non solo i migliori prodotti d’importazione, ma anche proposte innovative, in grado di rispondere ai trend del momento. Nello stabilimento di Novi Ligure (Al), che si affianca a quello di Gricignano di Aversa (Ce), infatti, l’azienda realizza tra i vari prodotti vaschette ready to cook con baccalà e stoccafisso, «con l’obiettivo di cambiare radicalmente l’immagine dell’importatore “vecchia maniera” – afferma Andrea Eminente, amministratore delegato di Unifrigo Gadus – proponendo trasparenza lungo tutta la filiera, aprendo le porte del mercato italiano ai produttori mondiali di conserve e dando al consumatore ciò di cui ha bisogno, anche in modo creativo». Con l’Ad abbiamo fatto il punto sui risultati dell’ultimo anno, sulle innovazioni di prodotto e sulle strategie da mettere in atto per valorizzare il comparto e la sostenibilità delle conserve ittiche.

Il 2024 è stato un anno positivo per Unifrigo Gadus?
Assolutamente sì. Siamo passati dai 40,4 milioni di fatturato nel 2023 a 41,7 milioni nel 2024. L’azienda è in continua crescita da quasi dieci anni: rispetto al 2015 il nostro fatturato è sostanzialmente raddoppiato. Lo dico con orgoglio, perché non è così semplice che questo accada in un mercato come il nostro, ormai saturo e con pochi margini di manovra. Eppure, siamo riusciti a trovarli e sfruttarli. Devo dire che è questa l’indole che abbiamo da sempre, non a caso ci definiamo una start-up, per il modo di pensare in continua evoluzione, con 150 anni di storia, cioè con un’esperienza solida.

Da quali fattori pensa sia stata determinata questa crescita?
Negli ultimi anni, solo per fare un esempio, abbiamo notato un aumento nell’utilizzo dello scatolame: il consumatore moderno ha meno tempo e spesso meno energie per consumare il prodotto. Studiando il comportamento dei consumatori, abbiamo quindi mantenuto la selezione di qualità e la cura nella lavorazione rispetto al prodotto, ma gli abbiamo dato un’altra forma, introducendo lo scatolame e conquistando quote di mercato anche in questo segmento. Il trend da sottolineare, quindi, è la necessità di ampliare la gamma non di prodotto ma di servizio al consumatore: è sempre questa filosofia a guidare le nostre scelte. La domanda è: a fronte di questo bisogno del consumatore, cosa possiamo offrire per rendergli la vita (e l’acquisto) più semplice? È chiaro che il mercato dello scatolame è un segmento interessante, per grandezza e volumi di vendita, ma è anche complesso, perché non è così semplice conquistare spazi a scaffale e avere la giusta visibilità agli occhi di chi acquista. Ma stiamo lavorando bene su questo fronte, insistendo su una rete vendita capillare sul territorio e consolidata negli anni, grazie alla serietà che abbiamo sempre dimostrato nei confronti dei nostri clienti.

State adottando la stessa filosofia anche per baccalà e stoccafisso?
Se facciamo un discorso più specifico sui nostri prodotti bandiera, baccalà e stoccafisso, Unifrigo Gadus è già l’azienda di riferimento. In questo caso la sfida è cambiare la percezione del prodotto, destagionalizzarlo, farlo emergere per la sua sostenibilità ambientale e sociale. È difficile, ma nonostante questo, grazie alla creatività, all’innovazione, alla ricerca e soprattutto all’ascolto costante del consumatore, ci stiamo riuscendo. È un “traguardo” che festeggiamo anche guardando i numeri del fatturato e la crescita, che ci dà ragione.

Cosa dicono i numeri?
Il valore del mercato del baccalà e stoccafisso stimiamo si aggiri attorno ai 200 milioni di euro. Noi generiamo circa 26 milioni, dunque deteniamo oltre il 10% di quota.

Unifrigo Gadus realizza anche referenze a marchio del distributore. È un business che volete ampliare nel 2025?
In questo momento il nostro obiettivo è far crescere la riconoscibilità dei nostri marchi: Marca Scudo Genova, il brand dedicato al consumatore che ha bisogno di prodotti ready-to-cook o ready-to-eat, ed Excelsior, il brand per i consumatori che amano lavorare il prodotto dall’inizio alla fine, con le proprie mani. Con i nostri clienti abbiamo ottimi rapporti, ma ampliare la produzione private label non è uno degli obiettivi di mercato del 2025.

E l’Horeca, invece, è un canale su cui puntate a espandervi?
L’Horeca è così importante che abbiamo deciso di dedicare un’intera linea di prodotti a questo settore: Marca Scudo Horeca, che ha necessità e obiettivi differenti rispetto a una linea retail. Con questa gamma proponiamo, ad esempio, i filetti di acciughe da 720 g e la busta di tonno da 1 kg, tutti prodotti in fortissima crescita nel mondo catering. Del resto, il trend che stiamo affrontando negli ultimi anni è quello del consumo fuori casa veloce, di compagnia. È dunque giusto e strategico dedicare formati e prodotti ad hoc agli addetti ai lavori. Registriamo la soddisfazione dei clienti nei confronti dei nostri prodotti ormai da tempo e ci sta ripagando: a oggi il mondo Horeca vale circa il 5% del fatturato e prevedo che questa percentuale si amplierà in futuro.

Nel 2024 avete lanciato i prodotti in cartoncino 100% riciclabile, dimostrando attenzione alla sostenibilità. Quali sono i plus di questo pack, in che modo vi permettere di fare la differenza e quali risultati in ottica green vi permetterà di ottenere?
Si tratta di un primo lancio che implementeremo in futuro. Per il momento abbiamo lanciato il baccalà norvegese già dissalato ready-to-cook Marca Scudo Genova e il baccalà da dissalare a marchio Excelsior, in vassoio certificato Fsc e in versione skin. È un passo importante che ci permette, da una parte, di offrire un’offerta a ridotto impatto ambientale; dall’altra, di proporre al consumatore un design moderno, fresco, in grado di evidenziare il prodotto in tutta la sua qualità, evidenza di selezione. Su questo punto ci tengo, però, a sottolineare un concetto: questi sono prodotti con enorme vantaggio per i distributori, Gdo, Do e altri, che possono offrire al consumatore referenze in linea con i trend del momento, maggiore attenzione alla sostenibilità e gusto per l’estetica di prodotto. È però necessario essere sinceri: quelli in sostenibilità sono investimenti di responsabilità necessari per tutti, ambiente e persone, ma comportano un costo importante per l’azienda, e possono quindi comportare un prezzo maggiore rispetto ad altre referenze meno “responsabili” e sostenibili. Affinché il consumatore scelga un prodotto Esg, sostenibile a 360°, è però necessario che lo conosca, che lo veda a scaffale: se la grande distribuzione non “premia” le imprese sostenibili dando loro spazio è improbabile che il consumatore da solo prenda delle decisioni di responsabilità in questo senso. Quello che voglio dire è che ogni anello della catena, ogni passaggio della filiera deve essere orientato alla premialità delle scelte responsabili; diversamente le aziende come la nostra, che credono fortemente nella trasparenza, nell’offerta innovativa di prodotti e servizi per il consumatore e nella sostenibilità avranno difficoltà a valorizzare il mercato, a spingerlo in avanti e a farlo crescere, se lasciate sole.

Quali altri passi avete compiuto in ottica sostenibilità e quali passi pensate di compiere nel prossimo futuro?
La nostra strategia Esg orientata agli stakeholder si muove principalmente in due direzioni: verso l’esterno, con l’offerta di prodotti a basso impatto ambientale, e verso l’interno. Solo per fare alcuni esempi, abbiamo implementato l’utilizzo di energia rinnovabile nei nostri stabilimenti, con l’uso del fotovoltaico nello stabilimento di Novi Ligure, e anche fuori, con la scelta di vetture elettriche nella flotta aziendale. Se poi guardiamo alla produzione, abbiamo avviato un programma per la razionalizzazione dell’uso dell’acqua, aspetto importantissimo per un’azienda come la nostra, ad esempio nella bagnatura del baccalà da dissalare e simili.

Sempre a proposito di sostenibilità, può raccontarci nel dettaglio il Progetto25: cosa prevede e che obiettivi si pone?
Ufficialmente Progetto25 parte nel 2023, in collaborazione con l’Università Parthenope di Napoli, ma nei fatti possiamo dire che questo metodo di lavoro nasce nel 1878, dalla fondazione di Unifrigo Gadus. Abbiamo sempre avuto l’istinto al rispetto dell’ambiente, e del mare nello specifico, dal quale arrivano le materie prime con cui realizziamo i nostri prodotti; ma anche nei confronti delle persone che ogni giorno si rimboccano le maniche negli stabilimenti o in giro per l’Italia per consegnare i nostri prodotti. Con l’Università Parthenope di Napoli e Progetto25 abbiamo istituzionalizzato e misurato un’attitudine innata della nostra azienda. Abbiamo iniziato attraverso l’osservazione dei processi aziendali e la loro misurazione. Oggi, dopo aver già intrapreso alcune azioni per migliorare il nostro impatto Esg siamo pronti per il nostro primo report di sostenibilità sul 2025.

Una delle materie prime che ha risentito di più dei rincari negli ultimi anni è l’olio di oliva. Come state intervenendo per “arginare” questa difficoltà?
Nel 2024, lo sappiamo tutti, il mercato ha subito uno shock dato dall’aumento del costo dell’olio d’oliva, uno degli ingredienti principali delle conserve ittiche. Di conseguenza, il segmento è stato fortemente impattato e ha dovuto alzare i prezzi. Sappiamo, però, che anche il potere d’acquisto si è fortemente ridimensionato. Allora, volendo sempre andare incontro alle necessità dei consumatori, ci siamo posti il problema di come ovviare al costo dell’olio d’oliva proponendo ugualmente referenze a prezzi, potremmo dire, calmierati. Da un lato, abbiamo studiato un nuovo formato di Tonno tris 60g x 3 sotto il marchio Marca Scudo Vitasana, per sportivi e diete specifiche, con meno olio. Dall’altro, abbiamo proposto ai consumatori i Filetti di Tonno in vaso vetro da 250 g a Marca Scudo Genova, ma in olio di semi, o ancora i Filetti di Tonno da 170 g al naturale in acqua di mare.
In breve, abbiamo unito praticità – l’olio è necessario per conservare, ma solitamente viene eliminato per il consumo, dunque si può utilizzare anche quello di semi – ma anche salute, linea e sapore, con l’utilizzo di acqua di mare o meno olio di oliva, contenendo i costi e aumentando il risparmio. È così che lavoriamo in Unifrigo Gadus: sfruttiamo le sfide di mercato per creare nuovi prodotti e servizi, in modo che il consumatore abbia ciò di cui ha bisogno con innovazione continua.

Nell’ultimo anno, oltre ai rincari dell’olio di oliva, avete dovuto affrontare altre difficoltà lungo la filiera?
I prezzi aumentano, lo sappiamo, e in compenso le quote di pesca dei nostri prodotti ittici di bandiera, baccalà e stoccafisso, diminuiscono per evitare lo sfruttamento della specie e quindi garantire la sostenibilità del prodotto. Avendo poche quote di pesca, però, riusciamo a proporre il prodotto a un prezzo più alto, e questo si configura come un problema per il consumatore. Ma questi prodotti prevedono molti step lungo la filiera, che comportano dei costi. Come facciamo a mantenere questa qualità così elevata e contemporaneamente dei prezzi così bassi? L’unica soluzione è fare cultura di prodotto e far comprendere che ha un enorme valore aggiunto, in termini nutrizionali, di sostenibilità Esg, design. Scegliere delle conserve ittiche di questo tipo è un atto di rispetto, per sé e per gli altri. Ma se questo concetto non viene comunicato da ogni parte della filiera continueremo a farci concorrenza al ribasso sul prezzo, presentando al consumatore soluzioni obsolete, di qualità inferiore e non all’altezza. Dobbiamo tutti fare qualche passo in avanti, le aziende da sole non sono sufficienti, serve impegno da parte di tutti.

Quali sono i vostri obiettivi di fatturato, crescita e sviluppo per il 2025?
Sarà per le mie origini campane, ma non voglio mai rispondere a queste perché sono un po’ superstizioso. A parte gli scherzi, la nostra regola è sempre fare meglio dell’anno precedente. Non amo parlare di fatturato, ma di crescita in generale: se c’è crescita, se c’è sviluppo allora il fatturato è una conseguenza. Quindi l’obiettivo è far bene, lavorare al meglio, offrire sempre più valore al consumatore. Questo posso dirlo, anzi prometterlo.

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