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Unes, marchi privati verso il 50 per cento di quota

Unes, marchi privati verso il 50 per cento di quota
Unes, marchi privati verso il 50 per cento di quota

Unes, marchi privati verso il 50 per cento di quota

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Redazione

Unes, di gruppo Finiper, punta sempre di più sulle private label, che rappresentano già una parte molto consistente del suo fatturato totale, fatturato pari, nel 2017, a 980 milioni di euro lordi, con una crescita cumulata, dal 2005, del 96 per cento.

La catena è particolarmente localizzata nel Nord Italia - in Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna – e conta 174 supermercati tra diretti e affiliati. Di Mdd abbiamo parlato con Paolo Paronzini vicedirettore acquisti e responsabile vendite online.

Lo sviluppo continuo delle Mdd è già nel vostro Dna. Per quali motivi?

Con l’ingresso di Mario Gasbarrino, come amministratore delegato, Unes è stata completamente rivoluzionata. Prima eravamo simili ad altri operatori e, per distinguerci, abbiamo dato il via all’everyday low price, formula completamente nuova per il mercato italiano, dunque abolito le promozioni, eliminato i volantini e riposizionato la nostra marca privata. Abbiamo deciso, appunto, di focalizzarci sull’obiettivo di innalzare la quota dei marchi del distributore verso standard identici a quelli dei maggiori mercati esteri delle Pl. Siamo partiti con la gamma, alimentare e non, ‘U! confronta e risparmia’, che vanta una forbice di convenienza del 40-50% rispetto ai leader dell’industria.

Oggi quanto incidono le Pl?

Allo stato attuale, a totale rete, la quota delle Mdd è del 47%, una cifra che è il risultato della somma di 2 brand, quello già esistente e ‘Il Viaggiator Goloso’. Quest’ultimo, lanciato pochi anni orsono, è ormai riconosciuto per la propria qualità, avendo 3 monomarca (a Milano, a Milano 3-Basiglio e a Buccinasco, sempre nel milanese), decollati dopo una breve, ma solida, esperienza di temporary store, nonché propri spazi autonomi in vari ipermercati ‘Iper La Grande I’. Sono stati proprio gli eccezionali risultati della vendita temporanea a incoraggiare lo sviluppo in grande stile della marca, che si colloca nella fascia alta dell’alimentare e che alligna, solo per citare a caso, biscotti, panettoni e altri prodotti da ricorrenza, pasta fresca, marmellate, specialità regionali, per un totale di oltre 1.000 articoli.

‘Il Viaggiator Goloso’ ha anche una declinazione non-food. Come è nato il progetto?

Circa un anno e mezzo fa è partito il programma di estensione, intuendo che gli italiani sono via, via più sensibili nei confronti della sostenibilità ambientale, sia nelle pratiche quotidiane, sia nel modo di ragionare, almeno secondo la fotografia che possiamo raccogliere. Con uno studio approfondito, sulle formulazioni eco attente, sui flaconi in plastica di seconda vita e sul basso contenuto di Voc (composti organici volatili, ndr.) abbiamo capito che lo spazio esisteva e che era, se mai, una questione di posizionamento. Individuato il giusto partner abbiamo cercato il giusto marchio, che non poteva più essere, ovviamente, ‘Il Viaggiator Goloso’. Per la cura casa la nuova linea - che oggi è venduta anche in alcuni Paesi esteri, nonché nell’on-line, tramite Amazon Prime Now – abbiamo creato il nome ‘Green Oasis’, due parole inglesi, dunque già globali, che suggeriscono al meglio l’orientamento verso il rispetto per l’ambiente e la salute del consumatore. Il packaging è di un bianco brillante, il che permette di spiccare sugli scaffali.

Il non-food a marchio privato è stato un successo?

Assolutamente sì. Green Oasis, con 21 referenze, dalla pulizia delle superfici al lavaggio piatti e bucato, ha un range di prezzo pari a quello delle marche industriali ed è dunque molto appetibile. Se ‘Il Viaggiator Goloso’ ha una quota del 17% a totale rete, Green Oasis, nato solo 9 mesi fa, vanta già un dato praticamente identico, nelle categorie in cui è presente, dato sul quale, magari, incide anche l’effetto novità, ma che comunque dimostra il forte consenso della clientela. Nell’area Amazon di Unes, che vuol dire un giro d’affari, su Milano, che potrebbe orientarsi intorno ai 15 milioni di euro, lo share è addirittura superiore.

Come evolverà Green Oasis?

Stiamo lavorando intensamente sul cura persona e sui prodotti per l’igiene dei bambini e, in prospettiva, sul parafarmaco. Il tutto sarà sempre a marchio Green Oasis, con saponi, shampoo e balsami, detergenti liquidi, creme... La prima estensione a decollare, nei primi mesi del 2019, sarà la carta igienica e carta casa. È nostra intenzione affrontare tutto il mercato dell’usa e getta, come già affermato dal nostro presidente, Mario Gasbarrino, con un assortimento composto, entro la fine del 2019, da prodotti completamente biodegradabili. Un ulteriore impegno e attenzione di Unes verso l’ambiente e le persone.

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