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Pastificio Antonio Amato: l’importanza dell’export
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Pastificio Antonio Amato: l’importanza dell’export
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Rodolfo Tito, responsabile vendite estero di Pasta Antonio Amato, ha spiegato alla redazione di DM quanto sia importante, per l’azienda campana, il ruolo dell’export nelle politiche commerciali attuali e future.
DM – Che ruolo giocano le esportazioni nelle politiche commerciali della vostra azienda?
RT - La quota export di Antonio Amato è pari al 15% dell’intero fatturato, ma nel prossimo futuro l’obiettivo minimo è di arrivare a una quota del 20%. Da sottolineare che la quota di esportazione è composta solo da prodotto a marchio Amato, a differenza di molti altri pastifici italiani, che registrano una quota export più elevata della nostra perché il risultato di produzioni conto terzi.
DM - Qual è il vostro punto di forza nelle azioni commerciali?
RT - Il nostro punto di forza consiste nel puntare a una politica di penetrazione basata sull’affermazione del nostro brand, attraverso la commercializzazione di altri prodotti collaterali al nostro core business. Negli ultimi 2 anni sono state lanciate nuove linee di prodotto tipicamente italiano e sempre a marchio Amato come la linea dei sughi pronti - 5 referenze -, il pesto alla genovese, gli gnocchi di patate nella confezione ad atmosfera modificata, capace di salvaguardarne la freschezza pur consentendo una shelf life di 12 mesi.
DM – Quanto incide l’export sulle opportunità di sviluppo della vostra impresa?
RT - Il ruolo dei mercati internazionali ricopre un posto importante nelle strategie di sviluppo commerciale di Antonio Amato. Negli ultimi anni sono stati avviati dei processi di razionalizzazione e di modernizzazione degli approcci commerciali e un rafforzamento, attraverso politiche di export marketing adattate alle differenti esigenze dei mercati esteri, nelle aree in cui la presenza di Amato è fortemente radicata.
Il cambiamento ha tratto le sue basi dalla modifica del proprio ruolo di azienda industriale esportatrice passiva, in cui il prodotto è venduto perché richiesto direttamente dal mercato estero, a quello di esportatore attivo, dove si pianificano le politiche commerciali e si utilizzano i relativi strumenti di marketing operativo, per esportare in maniera propositiva nei diversi mercati esteri, adattando, lanciando e a volte imponendo dei prodotti o linee piuttosto che altre, cercando di penetrare nei diversi canali distributivi direttamente o attraverso la collaborazione di importanti importatori-distributori.
Una nuova politica che ha portato buoni risultati in paesi nuovi per noi. Oggi siamo presenti in maniera incisiva in paesi fortemente potenziali come l’Australia, il Canada e l’area medio orientale. Inoltre abbiamo iniziato un processo d’espansione nei paesi dell’Est Europa, in particolar modo in Polonia ed in Russia.
Più recentemente è stato presentato il Couscous, tipico prodotto mediterraneo, largamente diffuso nei paesi arabi, per soddisfare le crescenti richieste del mercato dei paesi del medio oriente e del mercato nazionale. Per ultima è stata lanciata la Linea di Pasta Integrale che sarà presentata ufficialmente al mondo del trade al prossimo Cibus.
DM – Che ruolo giocano le esportazioni nelle politiche commerciali della vostra azienda?
RT - La quota export di Antonio Amato è pari al 15% dell’intero fatturato, ma nel prossimo futuro l’obiettivo minimo è di arrivare a una quota del 20%. Da sottolineare che la quota di esportazione è composta solo da prodotto a marchio Amato, a differenza di molti altri pastifici italiani, che registrano una quota export più elevata della nostra perché il risultato di produzioni conto terzi.
DM - Qual è il vostro punto di forza nelle azioni commerciali?
RT - Il nostro punto di forza consiste nel puntare a una politica di penetrazione basata sull’affermazione del nostro brand, attraverso la commercializzazione di altri prodotti collaterali al nostro core business. Negli ultimi 2 anni sono state lanciate nuove linee di prodotto tipicamente italiano e sempre a marchio Amato come la linea dei sughi pronti - 5 referenze -, il pesto alla genovese, gli gnocchi di patate nella confezione ad atmosfera modificata, capace di salvaguardarne la freschezza pur consentendo una shelf life di 12 mesi.
DM – Quanto incide l’export sulle opportunità di sviluppo della vostra impresa?
RT - Il ruolo dei mercati internazionali ricopre un posto importante nelle strategie di sviluppo commerciale di Antonio Amato. Negli ultimi anni sono stati avviati dei processi di razionalizzazione e di modernizzazione degli approcci commerciali e un rafforzamento, attraverso politiche di export marketing adattate alle differenti esigenze dei mercati esteri, nelle aree in cui la presenza di Amato è fortemente radicata.
Il cambiamento ha tratto le sue basi dalla modifica del proprio ruolo di azienda industriale esportatrice passiva, in cui il prodotto è venduto perché richiesto direttamente dal mercato estero, a quello di esportatore attivo, dove si pianificano le politiche commerciali e si utilizzano i relativi strumenti di marketing operativo, per esportare in maniera propositiva nei diversi mercati esteri, adattando, lanciando e a volte imponendo dei prodotti o linee piuttosto che altre, cercando di penetrare nei diversi canali distributivi direttamente o attraverso la collaborazione di importanti importatori-distributori.
Una nuova politica che ha portato buoni risultati in paesi nuovi per noi. Oggi siamo presenti in maniera incisiva in paesi fortemente potenziali come l’Australia, il Canada e l’area medio orientale. Inoltre abbiamo iniziato un processo d’espansione nei paesi dell’Est Europa, in particolar modo in Polonia ed in Russia.
Più recentemente è stato presentato il Couscous, tipico prodotto mediterraneo, largamente diffuso nei paesi arabi, per soddisfare le crescenti richieste del mercato dei paesi del medio oriente e del mercato nazionale. Per ultima è stata lanciata la Linea di Pasta Integrale che sarà presentata ufficialmente al mondo del trade al prossimo Cibus.
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