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Paglieri accelera su industria 5.0, AI e digitalizzazione nel rispetto della tradizione

Paglieri accelera su industria 5.0, AI e digitalizzazione nel rispetto della tradizione
Fabio Rossello, ceo del Gruppo Paglieri

Paglieri accelera su industria 5.0, AI e digitalizzazione nel rispetto della tradizione

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redazione

Tradizione, visione di lungo periodo e accelerazione tecnologica: è su questi assi che Paglieri sta costruendo la propria traiettoria di crescita.

Fabio Rossello, ceo del Gruppo Paglieri traccia un bilancio del 2025 e presenta le priorità strategiche per il 2026.

Che anno è stato il 2025 per Paglieri?

Un anno di forte trasformazione e consolidamento strategico. Dopo oltre due secoli di storia e con un brand iconico come Felce Azzurra attivo da più di cent’anni, l’azienda ha accelerato il proprio percorso di evoluzione grazie alla sua strategia di future vision, basata su quattro pilastri: governance & valori, cultura, sviluppo e innovazione. Con 10 marchi, una presenza commerciale in 45 paesi e un fatturato nel 2024 pari a 254 milioni di euro, il 2025 sta rappresentando un punto di svolta verso un modello industriale e organizzativo nuovo: industria 5.0, robotica, AI e digitalizzazione avanzata convivono con tradizione, heritage e sostenibilità.

Quali progetti avete in cantiere per il 2026?

Il 2026 sarà un anno di grande visibilità e sviluppo. La campagna tv Mon Amour – un marchio che finora non aveva ricevuto investimenti media ma che è diventato un caso di successo spontaneo grazie al passaparola – fino a raggiungere le prime posizioni per rotazioni sell-out nel mercato italiano, sarà in onda fino alla prima settimana del 2026. Per Felce Azzurra stiamo sviluppando un progetto dedicato ai più giovani, perché abbiamo osservato che il nostro storico marchio rischiava di non essere più riconosciuto dai ventenni; lanceremo quindi un nuovo capitolo di marca con contenuti pensati per loro. Parallelamente stiamo evolvendo il nostro modello di internazionalizzazione passando da una rete basata quasi esclusivamente su distributori all’apertura delle prime filiali dirette. Sul fronte interno continueremo a investire sulle persone, proseguendo il rafforzamento del welfare aziendale, dal nutrizionista al corso di difesa personale, fino ai servizi alla persona, con l’obiettivo di attrarre, trattenere e valorizzare i nostri talenti.

In che modo la tecnologia sta supportando la vostra innovazione?

La tecnologia è il motore che trasforma le intenzioni strategiche in capacità operative. Gli investimenti già realizzati – automazione, robotica, Lgv, digitalizzazione dei flussi e adozione di standard sanitari avanzati – hanno aumentato efficienza, qualità e sicurezza produttiva. Guardando avanti, le tecnologie con maggior potenziale per il personal care sono l’intelligenza artificiale applicata alla formulazione e all’analisi dei dati di consumo, l’automazione intelligente che rende flessibili le linee produttive e la sensoristica per il monitoraggio continuo della qualità. L’integrazione di queste leve consentirà di accelerare la personalizzazione, ottimizzare consumi e scarti, elevare gli standard di controllo qualità e rendere sostenibili processi che oggi sono ancora energivori o intensivi in risorse.

Avete in programma investimenti tecnologici per il prossimo anno?

Negli ultimi tre anni abbiamo investito circa 50 milioni di euro nel rinnovamento tecnologico dei nostri impianti e nella digitalizzazione dei processi. Nel 2024 è entrato in funzione un nuovo impianto di miscelazione con standard farmaceutici, che ha ottimizzato il consumo idrico e la gestione dei reflui. Abbiamo introdotto Lgv per la movimentazione interna, rinnovato l’area microbiologica e portato la capacità di riempimento dei prodotti da bagno da 120 a 160 pezzi/ora. Per il 2026 è previsto il collaudo di una nuova macchina di riempimento per i detersivi; nel 2027 è programmata la costruzione di un magazzino automatizzato alto 25 metri che aggiungerà oltre 17.000 posti pallet alla capacità esistente (già pari a 20.000). Completano il quadro i progetti per la creazione di un nuovo network logistico pensato per migliorare la qualità delle consegne e l’efficienza della supply chain.

Quali direttrici stanno guidando l’innovazione di Paglieri?

Passione, fiducia, responsabilità e heritage, rappresentano il pilastro su cui si fonda la nostra identità e il nostro operato, anche in termini di innovazione. Sono principi guida che orientano ogni scelta strategica e ogni azione quotidiana, ispirando un percorso di crescita basato sulla responsabilità, sull’eccellenza e sulla sostenibilità.

La domanda di personalizzazione nei prodotti cura persona è in crescita: come la state interpretando?

I nostri prodotti sono progettati per esigenze specifiche: consumatori con caratteristiche di pelle diverse, preferenze olfattive personali, stili di vita che richiedono soluzioni mirate. Le nostre analisi mostrano chiaramente come la cura di sé non sia più un gesto funzionale, ma una leva di benessere e relazione con sé stessi e con gli altri. Per questo esploriamo nuove tecnologie e approcci formulativi, per offrire routine personalizzate, appaganti, efficaci, sicure. L’innovazione non riguarda solo le formule ma coinvolge anche il packaging, che deve esprimere i valori del marchio, migliorare l’esperienza d’uso e guidare scelte consapevoli. Un esempio concreto è la linea Fiori di luna di Felce Azzurra, creata per favorire il benessere del sonno e sviluppata con la tecnologia olfattiva brevettata DreamScentz, realizzata in collaborazione con l’Accademia Italiana di Medicina del Sonno. Un progetto che dimostra come innovazione scientifica, sensorialità e cura della persona possano coesistere e rispondere alle nuove aspettative dei consumatori.

In generale, quali altri trend stanno caratterizzando il mondo della cura persona?

Il mercato mostra una domanda crescente verso prodotti percepiti come naturali, sicuri e rispettosi dell’ambiente, con una forte enfasi su autenticità, sicurezza e trasparenza. Per Paglieri questo si traduce in un approccio scientifico alla naturalità: non una narrazione superficiale, ma investimenti in ricerca, test e processi che garantiscano formulazioni sicure e conformi ai requisiti normativi più stringenti. La nostra storia, e in particolare la ricetta originale di Felce Azzurra custodita come patrimonio familiare, funge per noi da bussola: il valore dell’identità e dell’heritage resta centrale, ma deve dialogare con un r&d che innova senza tradire il Dna del brand. Prevedo che la combinazione di autenticità percepita, provenienza trasparente e proof scientifico diventerà sempre più determinante per la scelta dei consumatori.

Ci sono mercati in cui registrate performance particolarmente positive oltre l’Italia?

In Europa centrale e orientale stiamo registrando performance particolarmente importanti, con la Polonia tra i mercati più dinamici per la nostra categoria. Oltre l’Europa, l’Asia ha un’importanza strategica crescente per noi. La Cina, in particolare, sta vivendo una trasformazione profonda del retail e dell’e-commerce e mantiene una forte appetibilità verso i brand europei. La chiave è continuare a costruire un posizionamento solido, culturalmente rilevante e coerente con ciò che il made in Italy rappresenta nel mondo. Se oggi l’export cresce, nonostante complessità e barriere, è perché il mercato internazionale continua a riconoscere valore a ciò che sappiamo fare: qualità, ricerca, identità e un approccio industriale che mette insieme funzionalità ed emozione.

Su quali aspetti legati alla sostenibilità state lavorando?

La sostenibilità per il Gruppo Paglieri è pratica sistemica, abbiamo introdotto il sistema Pig per la pulizia delle tubazioni, riducendo residui e sprechi, e abbiamo investito in pannelli solari, ottenendo una produzione di 700 kWp nel 2024 e un incremento aggiuntivo di 400 kWp nel 2025 e di ulteriori 800 kWp nel 2027. Sul fronte packaging abbiamo installato una linea per i doypack che ha permesso di ridurre circa 100 tonnellate di plastica e abbiamo avviato operazioni di sgrammatura dei flaconi e di ottimizzazione formulativa per diminuire i tensioattivi. L’acquisizione di Agopag ha inoltre accelerato la ricerca per ridurre l’impiego di plastica riciclata nei nostri flaconi; attualmente il contenuto di R-pet è pari all’1%, l’obiettivo è superare il 5% nel 2026 e proseguire fino a raggiungere il 35% necessario per adeguarsi alla normativa europea entro il 2030. I nuovi impianti, inaugurati ad aprile, hanno già portato ad una riduzione dei reflui del 12,5%. Questi risultati sono parte di una roadmap che unisce riduzione dell’impatto ambientale, innovazione di processo e adeguamento alle future normative.

Che sfide attendono Paglieri nel prossimo futuro?

Le sfide sono molteplici e di natura sia commerciale sia regolatoria, l’inasprimento di dazi e barriere tariffarie, le politiche commerciali asimmetriche tra Paesi che aumentano i costi indiretti dell’export, per esempio l’applicazione dell’IVA su costi di trasporto in alcuni mercati, e la pressione normativa, in particolare in Europa, che richiede investimenti per adeguare processi e trattamenti, come il trattamento delle acque reflue. Il Green Deal europeo, seppur strategico sul medio-lungo termine, comporta oggi oneri operativi e finanziari rilevanti.

Obiettivi per il 2026?

Per il 2026 ci poniamo obiettivi chiari e coerenti con la nostra visione di medio-lungo periodo: sviluppare ulteriormente l’innovazione di prodotto con formule sempre più personalizzate e sensoriali, accelerare l’adozione di materiali e processi sostenibili lungo l’intero ciclo di vita del prodotto e trasformare l’organizzazione per renderla più agile, attrattiva e orientata alle competenze necessarie per competere a livello internazionale. Questi obiettivi saranno perseguiti attraverso investimenti mirati in r&d, ampliamento del portafoglio, potenziamento della governance, rafforzamento del welfare aziendale e nuove assunzioni per consolidare competenze strategiche.

       
       

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