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«Il Grana Padano? In buona salute»
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«Il Grana Padano? In buona salute»
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Produzione in calo, consumi in crescita. E’ questa la fotografia dei primi otto mesi del 2007 del Grana Padano. A fronte di un deciso calo delle produzioni (-2,65%), i consumi stanno andando a gonfie vele. A dimostrarlo vi sono le rilevazioni Nielsen. In gdo il bimestre giugno-luglio ha registrato addirittura un +9% rispetto allo stesso bimestre del 2006. Tale performance fa crescere il consumo del segmento "formaggi vaccini duri” del 2,2% e porta il Grana Padano al 47,9% di tutto il comparto.
Questi numeri dimostrano uno “stato di salute” più che soddisfacente del formaggio Dop più consumato nel mondo. Ne abbiamo parlato con Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano.
Il Grana Padano arriva sugli scaffali della gdo, nei ristoranti e sulle tavole dei consumatori con varie stagionature e prezzi diversi. I consumi registrano per questo andamenti differenti?
Se differenze ci sono, appaiono lievi e comunque i primi mesi del 2007 vedono un miglioramento del prezzo medio all’ingrosso del formaggio di tutte le stagionature. Secondo la media delle rilevazioni compiute sulle borse merci di Cremona, Mantova e Milano, il formaggio stagionato 9 mesi ad agosto è salito a 6,212 euro al chilogrammo, con un miglioramento del 12,45% rispetto all’anno precedente. Il prodotto stagionato oltre 15 mesi sale ad agosto a 6,464 euro al chilogrammo, migliorando di oltre sette punti il livello di dodici mesi prima, mentre il formaggio a più lunga stagionatura registra una performance ancora migliore, con un incremento del 9,21% e un prezzo di 6,711 euro al chilogrammo. Secondo le elaborazioni del Consorzio Tutela Grana Padano, il prezzo medio annuo è quindi per ora di 5,675 euro al chilogrammo, circa 12 punti in più rispetto al dato dello scorso anno.
Prezzi più alti all’ingrosso, dunque. Che però non hanno frenato i consumi, anzi…
I consumatori sono tornati a preferire il Grana Padano in modo assai significativo. Il bimestre giugno–luglio, secondo le rilevazioni Nielsen, vede un positivo aumento dei consumi sul mercato interno nella grande distribuzione organizzata. Con circa 11.100 tonnellate di formaggio venduto. Grana Padano registra un miglioramento di 9 punti in un comparto, quello dei duri, che vede una crescita complessiva di poco più di 2 punti percentuali. Questo risultato consolida la leadership di Grana Padano e Trentingrana insieme nel volume venduto, con una quota di mercato del 50,1% e il favorevole trend dei prezzi consente anche di migliorare di 8,5 punti percentuali il valore del prodotto venduto.
Ma le famiglie quanto pagano mediamente il Grana Padano?
Nel periodo preso in esame a questi miglioramenti ha corrisposto anche un lieve calo del prezzo medio al consumo, sempre secondo le rilevazioni Nielsen. Il prezzo medio nel periodo giugno-luglio 2007 è infatti di 10,58 euro al chilo, con una riduzione dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2006. Ma già da agosto i prezzi al consumo hanno iniziato ad avere un ritocco cominciando un riallineamento che si attendeva da anni e quindi attendiamo di vedere in che misura sarò possibile confermare una tendenza che siamo convinti possa essere positiva. Negli ultimi anni il prezzo medio al consumo del Grana Padano, secondo Nielsen, era progressivamente diminuito. Oltre a far perdere ai produttori il valore dell'inflazione, ciò aveva generato uno stato di crisi per il quale il Consorzio nel 2005 aveva varato il piano produttivo di rilancio del prodotto con una massiccia iniziativa promopubblicitaria. E nel recupero dei consumi nazionali ha certamente inciso l'importante campagna TV e radio di febbraio, marzo e aprile e il potenziamento dell'attività promozionale all’estero.
Dal 2005 il Grana Padano si trova in tre stagionature, con la grande novità del Grana Padano Riserva, stagionato oltre 20 mesi. Questa novità ha risposto alle attese?
Possiamo dire di sì. Indubbiamente anche l'introduzione e la divulgazione della nuova categoria «Grana Padano Riserva” ha creato valore e positiva curiosità nel consumatore. Il recupero più vistoso in Italia con un +34% è avvenuto nel "libero servizio", settore che raggruppa i negozi dai 100 ai 399 metri. Proprio in questi punti vendita, nei mesi precedenti tra dicembre e marzo, Grana Padano aveva segnato il passo, tanto che questi negozi da soli, avevano generato la leggera flessione di consumi registrata in quel periodo. E proprio a questo segmento per certi aspetti alto della distribuzione era rivolta la novità del Riserva.
Nel 2006 quasi un milione e centomila forme di Grana Padano sono state esportate. Si trattava di quasi un quarto dell’intera produzione. Il 2007 come sta andando? Come i consumi interni?
Se in Italia si cammina veloci all'estero addirittura si corre. Secondo i dati Istat e le elaborazioni del Consorzio, i consumi mondiali di Grana Padano crescono del 15,59% nei primi cinque mesi dell'anno, con un +20,38% in Europa e un +8,57 nel resto del mondo.
Voglio sottolineare un dato particolarmente significativo: l’aumento del 12,30% toccato in America, dove il Canada ha raggiunto e superato il 50% dei volumi Usa con 27.143 forme consumate in cinque mesi. Tra gennaio e maggio, le forme esportate sono state oltre 473mila; di queste, circa il 62% è stato consumato nei 27 paesi della Ue. La crescita più vistosa si è registrata in Germania, da anni roccaforte del consumo di Grana Padano all’estero. L’incremento è arrivato a +26,24%, tanto che i tedeschi hanno consumato in soli cinque mesi il corrispettivo di 103.985 forme di Grana Padano. Tra i paesi importatori, troviamo al secondo posto la Svizzera, con 53.469 forme vendute, la Francia con 44.172 e il Regno Unito con 38.162. Ma va segnalata soprattutto l’impennata registrata nei primi cinque mesi dell’anno in Spagna, con un aumento delle esportazione del 40,6%.
Per anni si è prodotto troppo Grana Padano, anche per la difficile situazione del sistema latte. Il Consorzio ha cercato di governarla con un articolato piano produttivo, ancora in vigore. Oggi la produzione come va? Prosegue la discesa iniziata nel 2006?
Nei primi otto mesi dell’anno, la flessione è effettivamente proseguita, pur con un andamento altalenante. La produzione di Grana Padano ha registrato complessivamente un calo del 2,55% rispetto allo stesso periodo del 2006, con una punta di -11,02% ad agosto. Si è scesi così a 2.991.051 forme lavorate, con 81.439 forme in meno a confronto dell’anno precedente. Questa flessione, combinata alla crescita dei consumi, ha pure fatto scendere le giacenze di prodotto del 4,87%, riducendole a fine agosto a 1.282.483 forme.
Allora, vede un futuro rosa?
Purtroppo non ho la sfera di cristallo, ma una convinzione forte sì. Se si continuerà a produrre meno formaggio, sicuramente il mercato del Grana Padano continuerà a trovare grandi giovamenti. Mentre se da parte dei nostri caseifici i lusinghieri prezzi del formaggio freneranno la spinta alla vendita di latte al di fuori del comparto Grana Padano, riprendendo una corsa agli aumenti di produzione di Grana Padano, il mercato ovviamente ne risentirà. L’euforia è sempre una cattiva consigliera per chi fa impresa.
Questi numeri dimostrano uno “stato di salute” più che soddisfacente del formaggio Dop più consumato nel mondo. Ne abbiamo parlato con Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano.
Il Grana Padano arriva sugli scaffali della gdo, nei ristoranti e sulle tavole dei consumatori con varie stagionature e prezzi diversi. I consumi registrano per questo andamenti differenti?
Se differenze ci sono, appaiono lievi e comunque i primi mesi del 2007 vedono un miglioramento del prezzo medio all’ingrosso del formaggio di tutte le stagionature. Secondo la media delle rilevazioni compiute sulle borse merci di Cremona, Mantova e Milano, il formaggio stagionato 9 mesi ad agosto è salito a 6,212 euro al chilogrammo, con un miglioramento del 12,45% rispetto all’anno precedente. Il prodotto stagionato oltre 15 mesi sale ad agosto a 6,464 euro al chilogrammo, migliorando di oltre sette punti il livello di dodici mesi prima, mentre il formaggio a più lunga stagionatura registra una performance ancora migliore, con un incremento del 9,21% e un prezzo di 6,711 euro al chilogrammo. Secondo le elaborazioni del Consorzio Tutela Grana Padano, il prezzo medio annuo è quindi per ora di 5,675 euro al chilogrammo, circa 12 punti in più rispetto al dato dello scorso anno.
Prezzi più alti all’ingrosso, dunque. Che però non hanno frenato i consumi, anzi…
I consumatori sono tornati a preferire il Grana Padano in modo assai significativo. Il bimestre giugno–luglio, secondo le rilevazioni Nielsen, vede un positivo aumento dei consumi sul mercato interno nella grande distribuzione organizzata. Con circa 11.100 tonnellate di formaggio venduto. Grana Padano registra un miglioramento di 9 punti in un comparto, quello dei duri, che vede una crescita complessiva di poco più di 2 punti percentuali. Questo risultato consolida la leadership di Grana Padano e Trentingrana insieme nel volume venduto, con una quota di mercato del 50,1% e il favorevole trend dei prezzi consente anche di migliorare di 8,5 punti percentuali il valore del prodotto venduto.
Ma le famiglie quanto pagano mediamente il Grana Padano?
Nel periodo preso in esame a questi miglioramenti ha corrisposto anche un lieve calo del prezzo medio al consumo, sempre secondo le rilevazioni Nielsen. Il prezzo medio nel periodo giugno-luglio 2007 è infatti di 10,58 euro al chilo, con una riduzione dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2006. Ma già da agosto i prezzi al consumo hanno iniziato ad avere un ritocco cominciando un riallineamento che si attendeva da anni e quindi attendiamo di vedere in che misura sarò possibile confermare una tendenza che siamo convinti possa essere positiva. Negli ultimi anni il prezzo medio al consumo del Grana Padano, secondo Nielsen, era progressivamente diminuito. Oltre a far perdere ai produttori il valore dell'inflazione, ciò aveva generato uno stato di crisi per il quale il Consorzio nel 2005 aveva varato il piano produttivo di rilancio del prodotto con una massiccia iniziativa promopubblicitaria. E nel recupero dei consumi nazionali ha certamente inciso l'importante campagna TV e radio di febbraio, marzo e aprile e il potenziamento dell'attività promozionale all’estero.
Dal 2005 il Grana Padano si trova in tre stagionature, con la grande novità del Grana Padano Riserva, stagionato oltre 20 mesi. Questa novità ha risposto alle attese?
Possiamo dire di sì. Indubbiamente anche l'introduzione e la divulgazione della nuova categoria «Grana Padano Riserva” ha creato valore e positiva curiosità nel consumatore. Il recupero più vistoso in Italia con un +34% è avvenuto nel "libero servizio", settore che raggruppa i negozi dai 100 ai 399 metri. Proprio in questi punti vendita, nei mesi precedenti tra dicembre e marzo, Grana Padano aveva segnato il passo, tanto che questi negozi da soli, avevano generato la leggera flessione di consumi registrata in quel periodo. E proprio a questo segmento per certi aspetti alto della distribuzione era rivolta la novità del Riserva.
Nel 2006 quasi un milione e centomila forme di Grana Padano sono state esportate. Si trattava di quasi un quarto dell’intera produzione. Il 2007 come sta andando? Come i consumi interni?
Se in Italia si cammina veloci all'estero addirittura si corre. Secondo i dati Istat e le elaborazioni del Consorzio, i consumi mondiali di Grana Padano crescono del 15,59% nei primi cinque mesi dell'anno, con un +20,38% in Europa e un +8,57 nel resto del mondo.
Voglio sottolineare un dato particolarmente significativo: l’aumento del 12,30% toccato in America, dove il Canada ha raggiunto e superato il 50% dei volumi Usa con 27.143 forme consumate in cinque mesi. Tra gennaio e maggio, le forme esportate sono state oltre 473mila; di queste, circa il 62% è stato consumato nei 27 paesi della Ue. La crescita più vistosa si è registrata in Germania, da anni roccaforte del consumo di Grana Padano all’estero. L’incremento è arrivato a +26,24%, tanto che i tedeschi hanno consumato in soli cinque mesi il corrispettivo di 103.985 forme di Grana Padano. Tra i paesi importatori, troviamo al secondo posto la Svizzera, con 53.469 forme vendute, la Francia con 44.172 e il Regno Unito con 38.162. Ma va segnalata soprattutto l’impennata registrata nei primi cinque mesi dell’anno in Spagna, con un aumento delle esportazione del 40,6%.
Per anni si è prodotto troppo Grana Padano, anche per la difficile situazione del sistema latte. Il Consorzio ha cercato di governarla con un articolato piano produttivo, ancora in vigore. Oggi la produzione come va? Prosegue la discesa iniziata nel 2006?
Nei primi otto mesi dell’anno, la flessione è effettivamente proseguita, pur con un andamento altalenante. La produzione di Grana Padano ha registrato complessivamente un calo del 2,55% rispetto allo stesso periodo del 2006, con una punta di -11,02% ad agosto. Si è scesi così a 2.991.051 forme lavorate, con 81.439 forme in meno a confronto dell’anno precedente. Questa flessione, combinata alla crescita dei consumi, ha pure fatto scendere le giacenze di prodotto del 4,87%, riducendole a fine agosto a 1.282.483 forme.
Allora, vede un futuro rosa?
Purtroppo non ho la sfera di cristallo, ma una convinzione forte sì. Se si continuerà a produrre meno formaggio, sicuramente il mercato del Grana Padano continuerà a trovare grandi giovamenti. Mentre se da parte dei nostri caseifici i lusinghieri prezzi del formaggio freneranno la spinta alla vendita di latte al di fuori del comparto Grana Padano, riprendendo una corsa agli aumenti di produzione di Grana Padano, il mercato ovviamente ne risentirà. L’euforia è sempre una cattiva consigliera per chi fa impresa.
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