La liberalizzazione del sistema di vendita del carburante, nonostante sia ancora in fase di gestazione, è già al centro della bufera. L’attuale situazione vede i benzinai minacciare serrate e le associazioni dei consumatori spingere perché il governo trasformi in decreto il disegno di legge. La redazione di DM ha chiesto a Stefano Crippa, responsabile relazioni esterne di Federdistribuzione, di tracciare un quadro delle posizioni assunte in merito alla questione dall’organismo di coordinamento e di rappresentanza della maggioranza delle imprese distributive operanti nei settori food e non food.


DM: Riguardo alla possibilità di liberalizzare la vendita del carburante che il ministro dello Sviluppo economico Bersani sta vagliando come si pone Federdistribuzione?
SC: La liberalizzazione della vendita del carburante è uno dei temi sui quali da tempo abbiamo posto l’accento. E’ sotto gli occhi di tutti che il mercato della distribuzione della benzina è inefficiente. Lo sostengono il consumatore, che non approva i prezzi alti del carburante, il mondo politico e istituzionale e l’autorità garante per la concorrenza del mercato. E’ quindi necessario intervenire in questo settore per aumentare il grado di libertà d’azione e favorire l’ingresso di nuove realtà aziendali. Il panorama italiano infatti vede il dominio di operatori integrati verticalmente e non registra, come invece succede in altri mercati, l’azione di operatori che sono semplicemente anelli della filiera, quali possono essere i distributori. In Francia, ad esempio, catene come Carrefour, Auchan e Leclerc hanno tutte delle pompe di benzina a marchio proprio e sono in grado di offrire il carburante ai consumatori con le stesse logiche commerciali utilizzate per gli altri prodotti. A parlare sono anche i numeri: in Francia oltre il 50% della benzina è venduto all’interno dei centri commerciali, mentre in Italia questo dato non arriva neanche all’1%. Il nostro Paese è quindi una realtà diversa e Federdistribuzione più volte ha richiesto interventi per rendere questo mercato effettivamente libero. E’ chiaro quindi che il richiamo di Bersani susciti numerose aspettative da parte nostra. Se il governo riuscisse a realizzare un’azione incisiva in questo settore noi pensiamo di poter essere in grado di offrire delle buone opportunità al consumatore.


DM: Quali sono i principali vantaggi che deriverebbero dalla liberalizzazione della vendita di carburante?
SC: I vantaggi a nostro parere sono essenzialmente per il consumatore che, con le liberalizzazioni, troverebbe un’offerta che adesso non c’è. Innanzitutto i prezzi d’acquisto della benzina sarebbero più bassi: in questo momento nei centri commerciali dove esistono le pompe di benzina a insegna del distributore - e in Italia sono pochissime – gli sconti oscillano tra i 5 e i 10 centesimi al litro. Un buon risparmio direi. Inoltre rilevanti sarebbero le opportunità di servizio. La frequentazione dei centri commerciali ormai è abbastanza regolare e quindi nel momento in cui il consumatore va a fare la sua spesa abituale ha anche la possibilità di rifornirsi di carburante. Questi interventi di liberalizzazione, quindi, piuttosto che sostenere degli interessi particolari di settori, sono guidati dalla logica della centralità del consumatore. La stessa logica che noi condividiamo e applichiamo nelle nostre imprese.


DM: La valutazione dell’iniziativa del ministro Bersani è quindi positiva?
SC: Assolutamente positiva. Naturalmente adesso speriamo che il ministro riesca a portare avanti questa sua idea. Quindi le aspettative da parte di Federdistribuzione sono molte, anche se sappiamo che l’Italia è in una situazione di retroguardia e che per raggiungere i risultati degli altri paesi ci vorrà del tempo.