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Dalle differenze inventariali alla business intelligence

Dalle differenze inventariali alla business intelligence
Dalle differenze inventariali alla business intelligence

Dalle differenze inventariali alla business intelligence

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Redazione
Il solo antitaccheggio non può tenere il passo delle nuove esigenze dei retailer ai quali ADT, per superare l’ostacolo, offre sistemi capaci di integrare le informazioni raccolte dalle più moderne e diverse apparecchiature. L’obiettivo? Rendere possibili decisioni più meditate ed efficaci per incrementare i profitti. Ce ne ha parlato Luca Cappellini (nella foto), marketing manager di ADT che ha acquisito nel 2001 Sensormatic e che fa capo al gruppo Tyco, una conglomerata di imprese che si occupano di sicurezza, antincendio e settori analoghi.

Il problema delle differenze inventariali è ancora sentito?
Sì, non c’è dubbio. Anzi, più che in passato perché la recessione economica, al di là delle mancanze che si possono avere per un aumento dei furti nei punti vendita, spinge i retailer a controllare meglio la merce per ridurre al minimo errori, sprechi e in definitiva i costi.

I beni più colpiti dai furti sono sempre gli stessi?
Il taccheggio colpisce storicamente di più i prodotti di piccole dimensioni e alto valore, come quelli del reparto profumeria. Ma probabilmente anche a causa appunto della crisi si nota un’impennata delle differenze inventariali sui prodotti alimentari freschi. Occuparsi di antitaccheggio però oggi non basta. I clienti si chiedono come e dove migliorare le performance. Cercano insomma altre informazioni che li aiutino a scegliere e decidere in maniera più oculata manifestando nuove esigenze che bisogna saper soddisfare.

E voi che potete fare in questo senso?
Il futuro di chi tradizionalmente si è impegnato nel garantire “sicurezza” ai retailer sta nel muoversi verso orizzonti e business solution che permettono di agire e ragionare in maniera più ampia. Questo permette d’allargare la visione d’impresa grazie a una serie notevole di informazioni che possiamo raccogliere e fornire integrando più sistemi. E l’obiettivo consiste naturalmente nel raggiungere una maggiore quota di profitti. L’impellente bisogno di gestire nuove informazioni è indotto anche dal moltiplicarsi di insegne e format.

La tecnologia come soddisfa queste esigenze?
I software per la rilevazione delle presenze e la possibilità di integrare queste informazioni con quelle che arrivano dai punti cassa permettono analisi che chiariscono se vi sono ammanchi e quali di questi sono dovuti a dolo, oppure a problemi organizzativi interni. Qui ottime risposte sono date dalla nostra linea Sensormatic che comprende appunto sistemi antitaccheggio e protezioni specifiche per i più svariati prodotti, oltre che di analisi flusso dei visitatori, in-store business intelligence e Rfid.

Avete creato installazioni particolari di recente?
Citerei quanto realizzato con Conad del Tirreno, per la quale abbiamo utilizzato la tecnologia magneto-acustica Ultra Max con diverse configurazioni di antenne adatte a proteggere i varchi cassa piuttosto che gli ingressi e le uscite senza acquisti. Da qui l’antenna Maxcalibur per un accesso al varco cassa agevole e pratico per il cliente, l’antenna Ultralane per i varchi diversamente abili e la Ultraexit per le uscite senza acquisti, in grado di coprire un varco fino a 2,40 m.

L’impiego di diverse soluzioni non pregiudica l’efficacia d’insieme?
No, la qualità della rilevazione rimane alta anche nelle peggiori condizioni di interferenza elettronica. I dati sono confermati da ricerche indipendenti messe a punto da organismi certificati.

Al di là di questo diceva che si va oltre l’antitaccheggio classico...
Parecchio oltre. L’antitaccheggio oggi si connette con altre forme di sicurezza fisica e di analisi dei flussi all’interno del punto vendita. Come la nuova piattaforma che incrocia le informazioni antitaccheggio con quelle sul transito delle persone in maniera tale da vedere quando e quanti individui entrano ed escono da una certa area, se frequentano più un certo reparto del punto vendita piuttosto che un altro e così via. Tutto ciò consente di elaborare ragionamenti più complessi, di interpretare meglio i dati forniti e di comprendere perché le vendite sono state realizzate, oppure perché non sono state soddisfacenti. Con questi sistemi è molto più rapido anche afferrare l’esito delle promozioni e così via.

Può fare qualche esempio di questi software?
Da pochi mesi ADT distribuisce Vizualize, una suite di soluzioni software pensate per offrire al retailer un potente strumento di analisi del comportamento in-store dei clienti. Proprio Vizualize fornisce pacchetti di monitoraggio per il conteggio del numero di persone, il comportamento durante l’acquisto in negozio, la misurazione della prestazione dei media in-store e la capacità di attrazione dei prodotti.

Il costo delle tecnologie è ancora molto alto?
Direi di no. Nel tempo esse sono migliorate mentre diminuivano i prezzi delle attrezzature e dei dispositivi, come i sensori Rfid sempre più spesso collegati alle etichette di sicurezza dei beni di largo consumo le quali, una volta trattenute al punto cassa nel momento dell’acquisto, contribuiscono a fornire informazioni sull’andamento delle vendite e sullo scarico dei prodotti disponibili. Ciò rende molto più rapido il processo di riassortimento e di elaborazione delle scorte a magazzino.

Cosa c’è di particolarmente innovativo nel vostro settore?
Potrei citare, all’interno di Vizualize, il pacchetto IntelliView che s’avvale di una sofisticata tecnologia di individuazione e tracking facciale per analizzare, classificare e contare automaticamente i volti utilizzando sensori video posizionati in modo discreto. Il software analizza milioni di dati, identificando tendenze e fornendo analisi che permettono ai retailer di individuare la migliore posizione per il media display. Il comportamento dei consumatori e le immagini relative sono trasformati in algoritmi per comprendere, ad esempio, se e quanto è gradito dai potenziali consumatori l’allestimento di una vetrina. In sostanza i sensori riprendono i visi delle persone, capiscono dove si posa il loro sguardo, ne determinano il sesso sulla base dei lineamenti e traducono il tutto riuscendo comunque a ignorare le identità degli individui per rispettarne la privacy. In questo modo si può capire se una certa vetrina è stata allestita correttamente e, nel dettaglio, su quali prodotti esposti si è concentrata l’attenzione di chi s’è fermato a osservarla.

Antonio Massa
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