Coati investe nella comunicazione digitale

Coati investe nella comunicazione digitale
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Di fronte alle difficoltà, il segreto è avere la forza di rialzarsi e non abbattersi. Ed è stata proprio questa la strategia messa in campo dal Salumificio F.lli Coati nel 2023, dopo l’incendio che ha colpito lo stabilimento di Arbizzano, in provincia di Verona. L’azienda si è rimboccata le maniche ed è ripartita con l’intera produzione: dai prosciutti cotti alle pancette, passando per i salami, il guanciale, lo speck, la bresaola, la mortadella e gli affettati avicoli, investendo nuovamente in comunicazione e innovazione, come racconta Andrea Zoli, national area manager di Coati.
Che anno è stato il 2024 per Coati?
Possiamo ritenerci molto soddisfatti: il 2024 è stato un anno decisamente positivo. Uscivamo da un 2023 complesso, ma abbiamo saputo reagire con determinazione e spirito costruttivo. La famiglia Coati ha dimostrato ancora una volta di non arrendersi mai. Al contrario, la sua volontà di fare, costruire e guardare avanti si è rivelata una forza trainante, capace di contagiare tutto il team. Questa energia è stata fondamentale per rilanciare con slancio l’attività, superando i risultati ottenuti nel 2023. Abbiamo chiuso il 2024 con un fatturato di 150 milioni di euro, confermando un trend di crescita costante. Un risultato che premia l’impegno e la visione della nostra squadra, e che ci consente di affrontare il 2025 con fiducia.
Come è iniziato il 2025?
Nonostante una congiuntura di mercato che nei primi mesi dell’anno si presenta ancora piuttosto fredda e incerta, il primo trimestre ha dato segnali incoraggianti: i numeri, sia in termini di volumi sia di fatturato, sono molto positivi. Continuiamo quindi il nostro percorso di crescita con determinazione, consapevoli che la solidità dei risultati nasca da una visione chiara, dalla coesione interna e da una grande voglia di fare bene.
Quanto incide l’export sul fatturato aziendale?
Oggi l’export rappresenta circa il 20% del nostro fatturato. Siamo ancora fortemente radicati nel mercato domestico, ma le esportazioni stanno crescendo a ritmo sostenuto, trainate dalle opportunità offerte da diversi mercati esteri. Naturalmente, l’accesso a determinati paesi comporta anche una serie di complessità normative: è spesso necessario ottenere certificazioni specifiche. In questo senso, possiamo contare su alcuni importanti punti di forza. Uno fra tutti è la certificazione per il mercato giapponese, un traguardo significativo e un ambito su cui stiamo investendo, perché rappresenta un'opportunità di sviluppo concreta. In generale, siamo molto orgogliosi dei rapporti instaurati nel corso degli anni e di essere oggi partner di alcuni tra i principali player internazionali. Abbiamo progressivamente aumentato la nostra presenza sui mercati esteri, incrementando anno dopo anno il numero di paesi in cui operiamo.
Come è suddiviso, invece, il business tra i diversi canali?
Oggi il 70% della nostra produzione è destinata all’Horeca, il restante 35% al retail. In termini di incidenza sul fatturato, la Gdo rappresenta circa il 45%, mentre l’Horeca circa il 35%. Quest’ultimo canale riveste per noi un ruolo strategico, perché nell’ooh il nostro marchio è riconosciuto e apprezzato. Siamo percepiti come un brand solido e ben posizionato, con una buona conoscenza del prodotto e una solida reputazione costruita nel tempo.
Che ruolo ha la marca privata per Coati?
Tutte le principali insegne della distribuzione stanno accelerando sempre di più sul fronte della Mdd. È un’evoluzione iniziata ormai da oltre dieci anni, seguendo un percorso già tracciato da tempo nei mercati esteri. Quella che prima sembrava una tendenza tipica di altri paesi europei, oggi è diventata realtà anche in Italia. Quanto questa crescita si spingerà in avanti, è difficile dirlo. Probabilmente non raggiungeremo mai i livelli di penetrazione di alcuni mercati europei, perché il consumatore italiano ha caratteristiche, abitudini e sensibilità diverse. Tuttavia, è evidente che la Mdd avrà un ruolo sempre più centrale nel panorama italiano, con un peso crescente, se non esponenziale, nei prossimi anni. Per quanto ci riguarda, crediamo molto in questo canale e ci stiamo investendo con convinzione. Lavorare con la Mdd è una sfida stimolante, che ci spinge a migliorarci costantemente. È un banco di prova importante per i nostri processi produttivi, perché ci permette di metterli alla prova, testarli, affinarli. È un'opportunità concreta per crescere in efficienza, qualità e innovazione.
Avete lanciato di recente delle novità?
A Tuttofood abbiamo presentato il nuovo Arrosto di Tacchino Alta Qualità Lenta Cottura, realizzato con petti interi, 100% italiani, caratterizzato da una glassatura e doratura che richiamano l’aspetto e la qualità di un arrosto fatto in casa. Si tratta di un prodotto pensato principalmente per il banco taglio, che si distingue per la sua proposta premium all’interno del segmento avicolo. L’obiettivo è portare innovazione puntando sulla qualità. Proprio per questo motivo abbiamo scelto di presidiare il segmento con una proposta distintiva, capace di rispondere a una domanda in crescita e sempre più attenta a gusto, origine delle carni e versatilità d’uso. La nuova referenza si unisce alla nostra linea premium Lenta Cottura caratterizzata da un’accurata selezione delle materie prime e da un lento e controllato procedimento di cottura, che al meglio esprime la filosofia di Coati del "giusto tempo" da dedicare ad ogni fase di lavorazione.
Quale sarà, dal suo punto di vista, il futuro del banco taglio e del libero servizio?
Si tratta di due segmenti fondamentali e non possiamo permetterci di trascurarne nessuno. È vero che, in alcuni mercati esteri, il banco taglio è stato progressivamente abbandonato, ma in Italia la gastronomia mantiene ancora un ruolo centrale. Naturalmente, il formato sta cambiando: l’offerta si è ridotta in molte catene e la fruizione da parte del consumatore si è evoluta. Tuttavia, resta un presidio strategico, che va valorizzato puntando con decisione sull’alta qualità. Allo stesso tempo, anche il segmento del takeaway richiede attenzione: non si possono utilizzare prodotti di basso profilo, perché l’esperienza del consumatore è immediatamente associata all’immagine del brand. Un prodotto non all’altezza rischierebbe di danneggiare la percezione complessiva dell’azienda. In questo senso, entrambi i canali stanno contribuendo a spingere l’intero comparto verso una ricerca sempre più marcata della qualità. È un’evoluzione necessaria, che ci impegna a innovare e migliorare costantemente l’offerta, mantenendo coerenza e valore in ogni punto di contatto con il consumatore.
Avete progetti in programma sul fronte comunicazione?
Abbiamo avviato una campagna pubblicitaria televisiva in collaborazione con Gerry Scotti, realizzata insieme al gruppo Publitalia ‘80 e pianificata sui principali network nazionali, tra cui Sky e Mediaset. Lo spot sarà on air da ora fino alla fine dell’anno, con diverse uscite programmate per coprire l’intero periodo, in modo continuativo e strategico. Parallelamente, stiamo lavorando a un importante aggiornamento del nostro “ecosistema digitale”. L’obiettivo è definire un nuovo percorso di comunicazione, capace di rafforzare la nostra presenza online in maniera strutturata e coerente con l’evoluzione del brand. Il digitale, oggi più che mai, è un ambito cruciale da presidiare: per questo stiamo costruendo le basi per raccontare la nostra identità anche attraverso questi canali, con un approccio innovativo.
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