Con l’evento Expert Human Connection che ha riunito tutto il suo “popolo”, Expert fa cultura dell’innovazione e riflette sul valore dell’intelligenza umana nell’epoca delle intelligenze artificiali.
L’evento, della durata di tre giorni, ha ospitato 60 partner dell’industria, il popolo degli ”Experti” che ha incontrato la tecnologia del futuro proposta dai partner, la scoperta della “tecnologia che non si vede” nell’elettronica di consumo e raccontato come l’intelligenza artificiale sia una rivoluzione copernicana per il mondo contemporaneo.
Gli ospiti sono stati personaggi che nulla hanno a che fare con il mondo dell’elettronica di consumo ma che hanno contribuito a riflettere e ispirare sulla centralità delle connessioni umane.
Massimo Folador, conoscitore della storia e della cultura del monachesimo benedettino ha parlato degli ordini monastici e in particolare dei Benedettini, motore di innovazione durante il Medioevo grazie alla centralità della persona e della persona nella comunità. Una comunità che si avvale di persone e arricchisce le persone. Ma soprattutto di una comunità legata al proprio territorio, aggregante, con una forte identità. E tutto questo mosso dalla capacità di ascoltare, che significa nuovamente relazione.
Nicola Rizzoli, ex arbitro di calcio e dirigente arbitrale italiano, designatore e responsabile del Can A, ha raccontato le dinamiche delle relazioni all’interno di una performance complessa come una partita di calcio: dal rapporto con i guardalinee a quello con i giocatori, in un contesto in cui si hanno solo pochi istanti per decidere. Si è quindi concentrato sull’importanza dell’empatia sull'"ossessione della meticolosità”, considerata la via maestra per arrivare sempre perfettamente preparati a ogni gara. Un percorso che non riguarda solo il singolo, ma coinvolge la squadra che si è costruita, dove il sodalizio tra i componenti si fonda sulla fiducia reciproca.
Infine, Fabio Rovazzi ha parlato di come comunicare tra persone con linguaggi diversi, di come sia importante, nell’era dell’AI, imparare a parlare lingue diverse, con “velocità” diverse, adattandosi all’interlocutore, capendolo, venendogli incontro, comprendendo il contesto in cui ci si trova.
Roberto Omati, direttore generale di Expert si è focalizzato anche sui dati di NielenIQ. “Fatto cento il potenziale del valore delle vendite dei clienti che entrano in negozio – ha detto Omati – i nostri venditori riescono a convertire in vendite il 75% di questo importo. Nel medesimo report la migliore insegna concorrente non riesce a fare meglio del 53%. Dobbiamo preservare questo nostro Dna, la competenza, la capacità di ascolto e di relazione e l'imprenditorialità di ogni singolo componente della nostra comunità. Nel retail il presidio fisico e umano vicino ai clienti è indispensabile nel presente e lo sarà ancora di più nel futuro”.
Omati ha poi sottolineato una serie di indicatori economici che provano che questa anima sia il modo corretto di approcciare il mercato: 850 negozi sul territorio, la più ampia rete in Italia, distribuita nella prossimità urbana di tutte le province italiane; un fatturato di 1,2 miliardi di euro nel 2024 (in crescita del +2,1% rispetto al 2023) che sviluppa praticamente la totalità del suo giro d'affari nei negozi tradizionali, facendo meglio del mercato in un momento complicato, con le vendite online che crescono fino a raggiungere oltre un quarto del mercato stesso.
La competenza, la relazione, la capacità di spiegare la tecnologia, di comprendere le esigenze del cliente da parte dei suoi addetti vendita sono centrali nella proposta che Expert fa alle famiglie italiane, come ha sottolineato il presidente Enrico Somma. “Nel retail tradizionale l'indicatore di successo è spesso valutato dalla redditività per metro quadro. Per noi invece la vera misura è il valore delle competenze per metro quadro. Fin dagli anni ‘70 i nostri punti vendita sono stati concepiti come punti vendita di vicinato, di paese, quindi la loro natura, il loro modo di approcciare il cliente, sono da sempre stati improntati alla relazione, all’ascolto; proprio questa vicinanza, che si è poi trasmessa nel tempo, è riuscita a creare una relazione sempre più competente con i clienti”.
Nei tre giorni circa 2.000 esperti Expert hanno potuto partecipare a training di formazione da 30 minuti, condotti da 60 partner dell’industria, ognuno impegnato a raccontare l’innovazione che risiede dentro ai loro prodotti, mettendo dunque gli addetti vendita nelle condizioni di trasferire queste informazioni ai clienti, raccontandola consapevolmente a seconda dell’interlocutore, dal giovane della GenZ al boomer che è cresciuto prima dell’AI, nei grandi centri commerciali urbani come nei negozi di prossimità della provincia italiana.
Questa idea della “connessione umana” non si è fermata ai tre giorni di evento ma ha coinvolto tutta la popolazione aziendale di Expert: con l’occasione tutti, ma proprio tutti, i dipendenti, sia quelli presenti all’evento sia quelli che sono rimasti in negozio o nelle sedi, sono stati coinvolti, grazie una piattaforma online, in una serie di iniziative che hanno stimolato la relazione e la capacità di “giocare” con le nuove tecnologie e in particolare con l’intelligenza artificiale.
È il caso del contest che ha invitato i quasi tremila dipendi di Expert a realizzare con l’AI un’opera di street art ispirata dal concetto “Human connection”; tra le centinaia di contributi caricati sono state votate le cinque opere presentate in diretta alla convention e, in diretta, è stata votata la migliore.