Tonfo alla Borsa di Milano di NewPrinces Group. Il titolo, a fine seduta, è scivolato di oltre il 19% dopo l'annuncio di questa mattina dell'offerta pubblica di vendita della controllata Princes Group. La forchetta di prezzo proposta valorizza la società inglese tra 1,33 e 1,43 miliardi di euro, inclusiva di un aumento di capitale fino a 460 milioni.
Gli investitori ritengono che la scelta del prezzo delle azioni (fra 475 pence e 590 pence) sia penalizzante rispetto al valore attribuito alla società. L'azionista di maggioranza, NewPrinces spa, che crede fortemente nella strategia di lungo termine di Princes Group, ha indicato la propria intenzione di sottoscrivere fino a 230 milioni di euro dell'offerta.
Strategia di crescita
Le risorse raccolte dall'Ipo (fino a un massimo teorico di 530 milioni) serviranno per la strategia di crescita disegnata dal presidente Angelo Mastrolia nel comparto dei beni di largo consumo.
La quotazione effettiva alla Borsa di Londra dovrebbe partire dal prossimo 5 novembre.
Secondo gli analisti di Ecquita, "una volta quotata, Princes meriterà valutazioni più elevate (+20%/30%), almeno coerenti con quanto incluso nella nostra valutazione, considerando l'eccellente track-record di M&A e le risorse a disposizione".
Dal fish al drink
Il perimetro delle attività coinvolte nell’offerta pubblica britannica comprende 5 business unit (foods, fish, italian, oils e drinks) con brand molto noti nel Regno Unito. La società in via di quotazione nel 2024 ha registrato ricavi per 2,4 miliardi e un Ebitda di 140 milioni (il 5,8%).
Vale sottolineare che dall’operazione sono escluse Carrefour Italia e Centrale del Latte d’Italia. Il via libera dall’Antitrust all’acquisizione del retailer dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. E comunque sarà presumibilmente necessario un lungo periodo di ristrutturazione.
“L’obiettivo dell’Ipo - ha detto Mastrolia - è raccogliere nuovi capitali per accelerare la strategia di crescita e sostenere la trasformazione di Princes in un gruppo multinazionale e diversificato nel settore food & beverage. Riteniamo che vi siano ulteriori potenziali benefici rilevanti derivanti dal miglioramento dell’efficienza operativa, dall’ottimizzazione degli approvvigionamenti e dallo sviluppo di una piattaforma commerciale integrata”.
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