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Berti (cereali) investe sul nearshoring

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Berti (cereali) investe sul nearshoring

Information
Luca Salomone

Quindici milioni di euro per Gruppo Berti, una delle realtà più significative in Italia per l’acquisto, la trasformazione e la vendita di cereali, soia e patate, per uso umano e zootecnico.

Basti dire che l’azienda, nata nel 1968 sotto altra ragione sociale, come Berti Aldo e Ottavio, è oggi un big internazionale da 450 milioni di euro di fatturato, dovuto a 12 società con 250 dipendenti.

Avvicinare le produzioni

A staccare il grosso assegno, con Garanzia Futuro di Sace, è Banco Azzoaglio, istituto privato con sede a Ceva (Cuneo) molto diffuso in Piemonte e Liguria.

Il finanziamento è destinato a due società del gruppo: la prima tranche di 5 milioni di euro è indirizzata alla capofila, Berti Group Spa di Pressana (Verona), mentre la seconda, di 10 milioni di euro, è rivolta alla controllata, al 100%, Italian Feed Factory, con sede legale a Bologna.

L’operazione ha lo scopo di sostenere il piano industriale di Berti nelle fasi di nearshoring e reshoring, ossia di avvicinamento e riorganizzazione geografica delle fasi di produzione, un ‘ritorno a casa’, che mitiga l’impatto ambientale dovuto a trasferte logistiche impegnative e, per questo, maggiormente incisive in termini utilizzo di risorse (energia, carburanti e quant’altro) e, per conseguenza, di emissioni.

«Il sistema Italia – conferma l’amministratore delegato Denis Berti - è deficitario di materie prime agricole e ci auguriamo che questa operazione possa diventare la prima di una virtuosa serie, per consentire al nostro Paese di rendersi il più possibile immune da shock esogeni», dovuti, inutile dirlo, a guerre, dazi e tensioni internazionali.

E infatti Berti, già oggi, è presente nei porti di Ravenna e Marghera, con Italian Feed Factory, nel porto di Tarragona (Catalogna) con il Progetto Spagna, condotto da Espana Feed Factory e nel porto di Termini Imerese (Palermo), con Biorman.

Da 30 a 450 milioni di euro

Gruppo Berti è guidato dai fratelli Denis e Michele Berti che, nel 2015, hanno preso le redini dell’azienda di famiglia e sono partiti da Pressana con un’unica realtà da 30 milioni, arrivando a costituire, come accennato, un colosso delle materie prime e dell’alimentazione umana e animale.

Di rilievo nell’anno solare 2023 l’acquisizione di Bioroman, società di riferimento per la produzione e il commercio all’ingrosso di mangimi nel mercato siciliano e del Sud Italia.

Sempre nel 2023 Berti ha completato l’avviamento della controllata estera Espana feed factory, la quale replica, nel mercato iberico, il modello di business di Italian feed factory, specializzata nell’importazione, tostatura e commercializzazione di soia per mangimi.

Attualmente il gruppo vanta oltre venti centri di raccolta convenzionati, presenti nel Nord Italia, nelle provincie di Verona, Padova, Vicenza, Rovigo e Ferrara, i quali hanno consentito di aumentare significativamente gli acquisti di prodotto locale in campagna e, conseguentemente, di incrementare i volumi di prodotto lavorato e commercializzato.

Quanto vale la feed economy in Italia

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