Visite: 47
Acquisto centri Klépierre: Carrefour ha fatto un buon affare?
Visite: 47
Acquisto centri Klépierre: Carrefour ha fatto un buon affare?
- Information
I centri commerciali di Carrefour Property ritornano a casa, con un’operazione di riacquisto da Klépierre del valore di 1,7 miliardi di euro. /strong> Del pacchetto fanno parte cento shopping center distribuiti tra Francia, Italia e Spagna. L’immobiliare Klépierre, conserva dunque, almeno teoricamente e per ora, una cinquantina di strutture.
In Francia la notizia circolava da parecchi mesi, ed era sul tavolo del presidente Georges Plassat, in attesa dell’ok finale e della liquidità necessaria a compiere il grande passo. Una liquidità recuperata in parte con un lento processo di uscita da mercati che non hanno mai premiato il colosso francese, come il Giappone e la Malesia, dove tutto è stato ceduto nel 2012 al colosso nipponico Aeon.
Il fatto è che per Klépierre, posseduta da 18 mesi dall’americana Simon Property , che ne ha rilevato la quota di maggioranza relativa (34%), lo scacchiere europeo non è più prioritario, rispetto a quello internazionale. Dunque l’operazione va letta, dalla parte del venditore, come una cessione di una partecipazione non strategica.
Diversa la questione per Carrefour Property, che, nel lontano 2000, si era lasciata scappare di mano, salvo poi pentirsene, il ricco pacchetto per un totale di 150 strutture. Una manovra destinata a finanziare lo sviluppo in Cina e Brasile, ma anche in quei nuovi mercati che, una volta lasciati – come appena detto - hanno fatto scaturire una parte dei famosi due miliardi di euro destinati a finanziare la transazione. Il resto sarà reperito da BNP Paribas e da Kempen, mobiliati a trovare 5 o 6 investitori istituzionali interessati. “L'obiettivo – ha scritto l’agenzia Agi al momento dell’annuncio, il 7 novembre - sarebbe quello di creare un veicolo finanziario, controllato dalla stessa Carrefour, nel quale rientrerebbero i mall acquistati da Klépierre e altri centri commerciali già controllati dal gruppo francese, il cui valore sarebbe stimabile in 500-600 milioni di euro”.
Ora scatta, per Carrefour, l’operazione di recupero, che prevede una completa rivisitazione e un totale rilancio dei centri commerciali, ma anche una dettagliata verifica delle eventuali sovrapposizioni con gli ipermercati non dotati di galleria commerciale.
In Italia a passare di mano sono una decina di shopping center, tra i quali Milanofiori, il Leone di Lonato, Savignano sul Rubicone, Le Corti Venete, La Romanina.
A livello internazionale l’operazione ha destato qualche perplessità, specie da parte di S&P Capital IQ, che ha addirittura consigliato di vendere a tutti i costi i titoli Carrefour. Secondo Standard & Poor, infatti, l’attenzione del management dovrebbe essere incentra in questo momento sulla perdita di marginalità, e non su acquisizioni e sviluppo rete.
E Klépierre? Il gruppo immobiliare sembra anche questa volta il vero vincitore. Negli ultimi 9 mesi il suo business va alla grande e i proventi lordi degli affitti salgono, come spiega il presidente Laurent Morel: “Da inizio anno le performance sono molto robuste e solide sui nostri principali mercati e i redditi si dimostrano allineati con gli obiettivi 2013. Continuiamo a razionalizzare il portafoglio sia attraverso le cessioni, sia, al contrario, mediante il rinnovo di quelle strutture davvero fruttifere”.
In Francia la notizia circolava da parecchi mesi, ed era sul tavolo del presidente Georges Plassat, in attesa dell’ok finale e della liquidità necessaria a compiere il grande passo. Una liquidità recuperata in parte con un lento processo di uscita da mercati che non hanno mai premiato il colosso francese, come il Giappone e la Malesia, dove tutto è stato ceduto nel 2012 al colosso nipponico Aeon.
Il fatto è che per Klépierre, posseduta da 18 mesi dall’americana Simon Property , che ne ha rilevato la quota di maggioranza relativa (34%), lo scacchiere europeo non è più prioritario, rispetto a quello internazionale. Dunque l’operazione va letta, dalla parte del venditore, come una cessione di una partecipazione non strategica.
Diversa la questione per Carrefour Property, che, nel lontano 2000, si era lasciata scappare di mano, salvo poi pentirsene, il ricco pacchetto per un totale di 150 strutture. Una manovra destinata a finanziare lo sviluppo in Cina e Brasile, ma anche in quei nuovi mercati che, una volta lasciati – come appena detto - hanno fatto scaturire una parte dei famosi due miliardi di euro destinati a finanziare la transazione. Il resto sarà reperito da BNP Paribas e da Kempen, mobiliati a trovare 5 o 6 investitori istituzionali interessati. “L'obiettivo – ha scritto l’agenzia Agi al momento dell’annuncio, il 7 novembre - sarebbe quello di creare un veicolo finanziario, controllato dalla stessa Carrefour, nel quale rientrerebbero i mall acquistati da Klépierre e altri centri commerciali già controllati dal gruppo francese, il cui valore sarebbe stimabile in 500-600 milioni di euro”.
Ora scatta, per Carrefour, l’operazione di recupero, che prevede una completa rivisitazione e un totale rilancio dei centri commerciali, ma anche una dettagliata verifica delle eventuali sovrapposizioni con gli ipermercati non dotati di galleria commerciale.
In Italia a passare di mano sono una decina di shopping center, tra i quali Milanofiori, il Leone di Lonato, Savignano sul Rubicone, Le Corti Venete, La Romanina.
A livello internazionale l’operazione ha destato qualche perplessità, specie da parte di S&P Capital IQ, che ha addirittura consigliato di vendere a tutti i costi i titoli Carrefour. Secondo Standard & Poor, infatti, l’attenzione del management dovrebbe essere incentra in questo momento sulla perdita di marginalità, e non su acquisizioni e sviluppo rete.
E Klépierre? Il gruppo immobiliare sembra anche questa volta il vero vincitore. Negli ultimi 9 mesi il suo business va alla grande e i proventi lordi degli affitti salgono, come spiega il presidente Laurent Morel: “Da inizio anno le performance sono molto robuste e solide sui nostri principali mercati e i redditi si dimostrano allineati con gli obiettivi 2013. Continuiamo a razionalizzare il portafoglio sia attraverso le cessioni, sia, al contrario, mediante il rinnovo di quelle strutture davvero fruttifere”.
Ti è piaciuto l'articolo?
Iscriviti alla newsletter e non perderti gli altri aggiornamenti.