Aceto balsamico di Modena, novità nel disciplinare di produzione
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Aceto balsamico di Modena, novità nel disciplinare di produzione
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Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di lunedì 3 febbraio del decreto del 22 gennaio 2025, sono entrate in vigore alcune novità per il disciplinare di produzione dell’Aceto balsamico di Modena Igp. Il Consorzio tutela aceto balsamico di Modena Igp si dichiara soddisfatto per il “passaggio storico” che introduce, oltre ad alcuni miglioramenti regolamentari, una nuova categoria di aceto balsamico di Modena definita con l’espressione “riserva” per i prodotti invecchiati oltre cinque anni.
I dettagli delle modifiche
I cambiamenti sono stati concepiti per rafforzare la tutela dell’Igp e migliorare la percezione di uno dei prodotti più rappresentativi dell’eccellenza gastronomica italiana.
In particolare, il testo del disciplinare di produzione è stato sottoposto a una revisione complessiva per garantire una normativa più chiara, completa e facilmente interpretabile con l’obiettivo di semplificare la lettura delle regole, migliorare la gestione e la tracciabilità del prodotto, e rendere più facile l’applicazione delle norme da parte degli operatori del settore. Sono stati introdotti nuovi principi per l’etichettatura, per valorizzare il toponimo “Modena”, sottolineando la provenienza e la tradizione di un prodotto che affonda le sue radici in questo territorio. L’etichettatura rivisitata tutela i consumatori contro l’uso di espressioni ambigue che rischiano di minare la garanzia di trasparenza.
Una delle novità più significative riguarda l’introduzione di una nuova categoria di Aceto Balsamico di Modena Igp: “riserva” dedicata a prodotti che sono invecchiati per oltre cinque anni. La nuova denominazione, che identifica una selezione particolarmente pregiata e di alta qualità, consentirà ai produttori di differenziare ulteriormente i loro prodotti sul mercato. La categoria “riserva”, che nei prossimi mesi verrà presentata ufficialmente in diversi sedi, rappresenta un passaggio storico per il Consorzio perché introduce nella gamma dell’Igp il concetto di verticalizzazione qualitativa basata sul periodo di invecchiamento. La possibilità di degustare diverse annate darà l’opportunità ad esperti e appassionati di apprezzare le sfumature e le differenze organolettiche che maturano nei lunghi tempi di invecchiamento in pregiati contenitori di legno restituendo un’esperienza immediata della complessità che caratterizza il mondo variegato dell’Aceto balsamico di Modena Igp.
«Le modifiche al disciplinare di produzione dell’Aceto balsamico di Modena Igp rappresentano un ulteriore passo per garantire la qualità e la tutela del nostro prodotto, simbolo di eccellenza e tradizione. L'Aceto Balsamico di Modena Igp – commenta Mariangela Grosoli, presidente del Consorzio Tutela aceto balsamico di Modena – non è solo un prodotto alimentare, ma un patrimonio culturale e un segno distintivo del nostro territorio. Il nostro impegno, come Consorzio, è quello di salvaguardare questa identità, proteggendo i consumatori e rafforzando la nostra posizione sui mercati internazionali. Queste modifiche sono il risultato di un lavoro lungo e condiviso, volto a garantire che ogni goccia di Aceto balsamico di Modena Igp rispetti i più alti standard di qualità e continui a raccontare la storia di un territorio unico al mondo. La nostra missione, come Consorzio, è quella di preservare e promuovere l'autenticità del nostro prodotto, proteggendo il consumatore e il nostro patrimonio culturale».
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