Quattro acquisizioni al giorno nel 2024
Quattro acquisizioni al giorno nel 2024
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Questo il ritmo delle operazioni di M&A che ha interessato l’Italia nel 2024. Un record, che potrebbe ripetersi quest’anno. Infatti, le previsioni macroeconomiche indicano un andamento generale positivo con una crescita economica attesa dello 0,8% del Pil e una tendenza dei consumi in linea con il 2024.
La liquidità del sistema resta elevata e si pronostica un ulteriore incremento degli investimenti, specie da parte dei fondi di private equity.
A doppia cifra sul 2023
Tornando al 2024 si osserva che i movimenti delle aziende da un proprietario all’altro sono aumentate a doppia cifra, facendo segnare una variazione, numerica, del 13% rispetto ai 1.210 del 2023.
Il valore aggregato delle operazioni ha raggiunto circa 63,9 miliardi di euro, segnando un incremento del 9% sull'anno precedente.
Lo afferma l’edizione annuale dell’EY M&A Barometer - Review 2024 e preview 2025, che analizza le tendenze di investimento e le fusioni e acquisizioni annunciate in Italia.
«Dopo i primi nove mesi dell’anno, decisamente sottotono, l’ultimo trimestre ha visto una forte accelerazione, sia in termini di numero di operazioni che di valori – spiega Marco Daviddi, top manager e partner di EY -. Anche i megadeal sono cresciuti per numero, passando da 11 a 15, per un volume di investimento pari a 32,6 miliardi, dato, quest’ultimo, in decrescita del 9% rispetto al 2023, dunque con una diminuzione della dimensione media delle “grandi manovre”. Invece, il mid-market ha mostrato una tendenza positiva, con un totale investito di 31,3 miliardi di euro, in salita del 35% rispetto al 2023»
Inoltre, si conferma il ruolo fondamentale dei fondi di private equity e infrastrutturali, coinvolti in 606 transazioni, ossia il 44%, in crescita rispetto al 2023. Il che, visto in maniera opposta, dimostra che le società di investimento non sono, necessariamente, l’asso pigliatutto.
«I numeri di mercato, sebbene solidi, non raccontano però la complessità del 2024 – continua Daviddi -. È stato, infatti, un anno caratterizzato da numerose operazioni interrotte o posticipate, a causa di performance delle società target non in linea con le aspettative, condizioni di finanziamento non ancora ottimali e incertezze sullo scenario internazionale, in particolare per le aziende italiane con una forte propensione all’export».
I primi quattro settori
Per quanto riguarda i settori, non ci sono cambiamenti significativi rispetto allo scorso anno. I comparti dell’industria e chimica (26%) e il retail e consumer (14%, 9,6 miliardi di euro investiti e 163 deal) rimangono quelli dove si concentrano maggiormente le transazioni, insieme a tecnologia (13%) ed energia e utilities (10%).
L'attività di M&A nel 2024 si è distribuita in modo disomogeneo sul territorio italiano, con la Lombardia che ha avuto un significativo effetto trainante. I settori più attrattivi in questa regione sono stati il manifatturiero e industriale, la tecnologia e i beni di consumo.
Nel Nord-Est, invece, il comparto industriale ha rappresentato il 42% delle operazioni, e nel Centro Italia industriale, technology e consumer sono stati i segmenti di maggiore rilievo.
Sempre durante l’anno, le aziende italiane hanno annunciato 280 operazioni su target estero, in aumento rispetto alle 261 del periodo precedente, con un investimento di circa 14,3 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con la media storica del passato.
Questa tendenza, di lungo periodo, conferma la capacità delle nostre imprese di agire anche oltre confine, ridefinendo i mercati in cui operare, riorganizzando gli approvvigionamenti (di materie prime e prodotti) e affrontando nuove sfide.
Per geografia la provenienza delle società target, considerando solo le prime cinque nazioni, è questa: Stati Uniti (39 operazioni), Germania (33), Spagna (32), Francia (31) e Regno Unito (23).
Retail e consumer in previsione
Limitandoci ai beni di consumo e commercio, si conferma che “nel 2024 si è registrata una ripresa del numero di operazioni rispetto all’anno precedente, sostenuta anche da un rilancio della domanda di beni e servizi dell’1,2% nel terzo trimestre. Nel 2025 si attende una stabilizzazione della crescita dei consumi intorno allo 0,9%, che potrebbe sostenere ancora l’andamento delle M&A.
Le aziende, infatti, cercano di adattarsi ai cambiamenti nelle attitudini di acquisto e al nuovo contesto internazionale, che richiede la revisione dei processi di produzione e dei mercati target. Le transazioni saranno probabilmente guidate dalla necessità di espandere i canali di vendita, ottimizzare le catene di approvvigionamento e rivedere il posizionamento. Il settore appare appetibile per fondi e investitori strategici, in particolar modo in relazione a marchi ad alta riconoscibilità.
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