Negli ultimi anni, come sappiamo, è andato progressivamente aumentando il numero dei consumatori – italiani ed europei – che comprano prodotti biologici. Tant'è che non si può più parlare di un semplice trend del momento, quanto piuttosto di una vera e propria abitudine di acquisto. Proprio alla luce di queste considerazioni, l'Ue si è mossa, in tema di prodotti bio, su due fronti: l'uno di carattere normativo, l'altro relativo alla comunicazione.

Sul primo versante (quello legislativo) la Commissione Europea ha provveduto a pubblicare un report sull’attuazione delle norme comunitarie (regolamento Ce 834/2007) inerenti la produzione e l’etichettatura dei prodotti biologici. Il documento si è concentrato soprattutto su alcuni aspetti della normativa Ce 834/2007: dal divieto di usare Ogm nella produzione bio al funzionamento del mercato interno e del sistema dei controlli.

Il report potrebbe anche rappresentare l'occasione per avviare, nei prossimi tempi, un dibattito fra addetti ai lavori sulle norme che regolano l’agricoltura biologica per poi, eventualmente, riuscire ad apportare delle migliorie al regolamento attualmente vigente.

Il secondo ambito di attività, come si accennava, è quello legato alla comunicazione e, più precisamente, al miglioramento dell'informazione sul mercato biologico. In quest'ottica, Bruxelles ha stanziato dei fondi per la realizzazione del progetto “Organic data network for better european organic market information” (“Rete di dati sul biologico per una migliore informazione sul mercato bio europeo).

Scopo del progetto è quello di raccogliere ed elaborare dei dati sul mondo del bio nonché sviluppare nuove strutture di ricerca sul tema, così da fornire ai consumatori delle indicazioni più puntuali sul settore in esame.