Si continua a parlare di scandalo legato alla carne di cavallo. Da ieri la nuova protagonista è Ikea, o meglio, le sue polpette di carne, le koettbullar, prodotte in Svezia. Su quelle vendute nella Repubblica Ceca sono state trovate tracce di carne di cavallo non segnalata sull'etichetta del prodotto e ne è stata decisa la sospensione della vendita.

A ruota, anche il Belgio ha deciso di ritirare il prodotto dai banchi Ikea mentre a Milano sono iniziati i controlli dei Nas sulla carne venduta nei centri Ikea per verificare la presenza o meno di carne equina.

L'azienda ha comunque comunicato di aver subito ritirato il lotto di polpette prodotte in Svezia e in cui sono state rilevate tracce di carne di cavallo. In serata è poi arrivata la notizia: via le polpette prodotte in Svezia da tutti i banchi dei punti vendita Ikea in tutta Europa. Torna dunque con insistenza e urgenza il problema di un adeguato controllo della filiera di produzione e di un'adeguata etichettatura.

La Commissione Ue "continua a essere restia" sull'indicazione d'origine e sulla tracciabilità, che dovrebbero invece essere gli "asset" della sua politica agroalimentare. Così il ministro dell'agricoltura Mario Catania dopo il Consiglio Ue dove ieri si è discusso della questione carne di cavallo. "E' un tema che non può essere affrontato solo a seguito di emergenze - ha sottolineato Catania - dobbiam metterci in testa che deve diventare un asset fondamentale nella politica agroalimentare Ue".