Doveva essere un Natale austero e caratterizzato da una forte contrazione degli acquisti da parte delle famiglie italiane. Ma così non è stato. I consumi, infatti, non sono crollati anche se hanno confermato la sostanziale debolezza della domanda interna che risente dell’incertezza sul futuro.

A sostenerlo è il monitoraggio realizzato da Confcommercio attraverso il sistema di rilevazione delle Federazioni aderenti all’associazione. E se la ristorazione durante le festività di Natale e Capodanno ha fatto segnare un calo dell’1% - molto più contenuto rispetto al previsto 20% - gli accessori d’abbigliamento hanno addirittura registrato un incremento delle vendite di 2 punti percentuali.

Nessun calo anche nelle vendite in gdo, dove le promozioni hanno risposto con efficacia alle difficoltà economiche delle famiglie. I prodotti di gastronomia, quelli nazionali e i tipici regionali hanno registrato il trend più interessante. Non sono state però da meno anche alcune categorie del non food: elettronica di consumo, complementi d’arredo per la casa, articoli sportivi, profumeria e bricolage.

Da segnalare, infine, gli incrementi – intorno al 5% - delle vendite degli alimentari nel canale tradizionale, soprattutto dei classici cesti natalizi ricchi di prodotti made in Italy.