Nonostante la crisi internazionale stia pesando in maniera significativa sull’intero comparto alimentare italiano, provocando perdite medie del 5,4% a volume e del 5,5% a valore, l’export dei salumi italiani sta sostanzialmente tenendo.

Secondo i dati Istat elaborati da Assica, nei primi sei mesi dell’anno in corso le quantità di salumi made in Italy esportate hanno superato le 50.000 tonnellate (-2,7%), generando un fatturato di 395 milioni di euro (-1,2%).

In Europa i maggiori incrementi delle quantità di salumi inviate sono stati registrati da Austria con 4.500 tonnellate (+8,1%), Belgio (+12,9%), Slovenia (+28,5%) e Malta (+18,8%). Croazia (+12,6%), Giappone (+10,8%), Hong Kong (+17,4%) e Libano (+13,1%) sono invece i Paesi extra Ue che hanno fatto segnare gli incrementi più consistenti delle esportazioni a volume. Non si possono poi dimenticare gli aumenti delle spedizioni di salumi made in Italy del 5,7% in Brasile e, soprattutto, del 107,9% in Argentina.

La mortadella e la bresaola sono i salumi che nei primi sei mesi dell’anno in corso hanno guidato il business dell’export sia nei Paesi Ue che extra Ue. Le spedizioni di mortadella, cresciute del 21,4% in Paesi terzi, hanno sfiorato le 106.000 tonnellate (+5,8%), per un valore di 37,5 milioni di euro (+6,2%). Molto buone sono state anche le performance fatte segnare dalla bresaola: +13,3% a volume, pari a 1.130 tonnellate, e +17,4% a valore, per un totale di 18,7 milioni di euro.