Nuova sfide e prospettive per la filiera della carota

Nuova sfide e prospettive per la filiera della carota
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Il Carrot Day, il convegno tecnico-scientifico dedicato alla filiera della carota organizzato da Cora Seeds, azienda sementiera italiana, oggi tra i principali player globali nel breeding della carota, ha rappresentato un’occasione per confrontarsi su genetica, valorizzazione dei territori, sfide agronomiche e trend di consumo di una coltura chiave per il futuro dell’orticoltura.
Un mercato solido ed in espansione
Mario Schiano Lo Moriello, analista di Ismea, nel corso dell’evento ha fornito un’analisi dettagliata della filiera a livello italiano ed europeo. Dai dati emerge l’immagine di un comparto in crescita che si distingue per competitività e capacità di rispondere alle sfide del futuro, grazie a un buon equilibrio tra produzione, consumi ed export. L’Europa, con una produzione media annua di 4,7 milioni di tonnellate (periodo 2016-2024) e un consumo quasi equivalente (4,68 milioni di tonnellate) presenta un sistema produttivo sostanzialmente autosufficiente.
Germania, Polonia e Francia rappresentano i principali paesi produttori e consumatori. Per l’Italia, i numeri raccontano un posizionamento fortemente competitivo: 11.000 ettari coltivati (di cui 1.000 bio) concentrati principalmente negli areali di Sicilia (27%), Lazio (19%), Abruzzo (16%) e Emilia-Romagna (15%), una produzione di oltre 500 milioni di kg, un saldo commerciale positivo di 90 milioni di euro e una forte propensione all’export (+13% annuo nell’ultimo decennio).
La carota italiana, con un consumo medio di 6 kg pro-capite e una quota export del 20%, è sempre più orientata ai mercati esteri, in particolare Germania, Francia e Polonia.
Schiano ha inoltre evidenziato il ruolo dell’Italia a livello globale: quinto paese esportatore di carote, grazie a una quota export del 6% e un tasso di incremento medio del 13% registrato nell’ultimo decennio. Le sfide principali per la filiera restano la valorizzazione delle produzioni, la risposta a standard qualitativi sempre più elevati da parte della Gdo, l’adeguamento alle normative fitosanitarie europee sempre più restrittive e il rafforzamento della competitività nel panorama internazionale.
Nuove sfide
Fulcro dell’evento, l’intervento di Jan De Visser, breeder di Cora Seeds, che ha illustrato le sfide tecniche e le opportunità legate allo sviluppo genetico della carota, concentrando l’attenzione sul nuovo programma di breeding acquisito nel 2023 da KWS Vegetables. Si tratta di un progetto relativamente giovane, avviato nel 2010, che Cora Seeds ha integrato e rilanciato con l’obiettivo di sviluppare ibridi ad alte performance. Un’operazione che ha permesso all’azienda italiana di posizionarsi tra le prime cinque-sei realtà mondiali nel breeding della carota.
De Visser ha illustrato, nello specifico, l’approccio di Cora Seeds nello sviluppo di queste varietà, focalizzate su resistenze genetiche, adattamento ai cambiamenti climatici e compatibilità con sistemi produttivi a residuo zero. «Stiamo sviluppando soluzioni genetiche orientate al residuo zero e adatte alle produzioni di quarta gamma rispondendo così alle sfide dettate da normative europee sempre più restrittive e dal cambiamento climatico. Le sfide sono molte, ma sono proprio queste sfide a definire la forza e la direzione della nostra ricerca».
Nuove abitudini di consumo
Matteo Mazzoni, responsabile vendite del Gruppo Mazzoni, ha sottolineato l’evoluzione del prodotto nei canali della grande distribuzione organizzata e lungo la filiera produttiva. «Stiamo assistendo a una fase di cambiamento nella filiera della carota, e nelle filiere agricole in generale, per via di un cambiamento climatico via via più netto e una modifica dei consumi. I nostri mercati richiedono qualità e servizio sempre più evoluti; per far fronte a queste richieste necessitiamo di investimenti in tecniche, tecnologie e varietà”. Secondo Mazzoni, la carota oggi può essere considerata una “coltura dinamica” capace di generare valore lungo l’intera filiera, soprattutto se sostenuta da una genetica evoluta e da filiere integrate e trasparenti.
A chiudere il quadro tecnico, gli interventi di Massimo Pavan (Consorzio Carota Novella Igp) e Rodolfo Occhipinti (Sata), che hanno affrontato le sfide agronomiche sempre più complesse legate alla coltivazione della carota. La ridotta disponibilità di agro farmaci, unita alla crescente pressione derivante da patogeni e parassiti nonché le pressanti richieste di coltivare a residuo zero, pongono le aziende agricole in grosse difficoltà. «Serve un lavoro di sistema, dove genetica, tecnica colturale e sostenibilità ambientale si integrino per garantire qualità e competitività», hanno sottolineato gli esperti.
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