La filiera degli integratori alimentari, riconosciuta dal Governo come settore essenziale del paese in base ai codici ATECO, durante il lockdown ha portato avanti in sicurezza la produzione e la distribuzione. I dati della quinta indagine di settore “La filiera italiana dell’integratore alimentare” sulle aziende rappresentative del comparto mostrano una filiera solida e in crescita. L’approfondimento, condotto dal Centro Studi FederSalus, ha visto in questa edizione la collaborazione di IQVIA che ha consentito di espandere la base campionaria anche alle aziende non associate (per un totale di 143 interviste) e certificare il modello analitico di espansione dei dati arricchendo di informazioni l’Osservatorio.

Le rilevazioni stimano un fatturato industriale 2018 delle aziende della filiera italiana degli integratori alimentari pari a circa 3,7 miliardi di euro (le aziende associate a FederSalus esprimono il 55% di tale valore), che è aumentato per il 75% delle aziende intervistate. La produzione è stata realizzata principalmente da aziende di produzione in conto terzi, prevalentemente in Italia. Si registra una dinamica positiva anche con riferimento all’occupazione nel settore, che si attesta pari a circa 22.000 addetti, aumentata per il 53% delle aziende intervistate.

Anche gli investimenti sono cresciuti nel 2018, per il 54% delle aziende intervistate. L’80% degli investimenti è impiegato in marketing e comunicazione (28%), ricerca e sviluppo (23%), formazione (17%), impianti e nuovi macchinari (12%). La maggior parte delle aziende intervistate segnala investimenti nel settore che si collocano nella fascia tra il 5 e il 10% del fatturato integratori. Il credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo risulta l’incentivo più utilizzato dalle aziende intervistate.

All’indagine del Centro Studi FederSalus si aggiungono in questa edizione le ricerche di Elite - Borsa Italiana e Intesa San Paolo per offrire un’analisi ancora più completa del settore. Elite Borsa Italiana ha condotto per FederSalus l’analisi di bilancio di un campione selezionato di 153 aziende specializzate nella produzione e commercializzazione di integratori alimentari che evidenzia un aumento degli investimenti, misurato dall’incremento degli stanziamenti per ammortamenti e deprezzamenti negli ultimi 4 anni (2015-2018), che sono passati da un valore medio di circa 400 milioni di euro nel 2015 ad uno di circa 600 milioni di euro nel 2018. Le aziende analizzate godono anche di un’ottima solidità patrimoniale.

A fine 2019 il mercato degli integratori alimentari, il principale mercato in Europa, ha raggiunto in Italia un valore di circa 3,6 miliardi di euro (valore prezzo al pubblico), cresciuto del 3,6% a valore rispetto al 2018. Il farmacista e il medico restano un punto di riferimento irrinunciabile per i consumatori e riconoscono agli integratori il ruolo funzionale per il mantenimento della salute e il benessere. Nel 2019 ci sono state 28,6 milioni di prescrizioni mediche di integratori alimentari e la farmacia, sia essa “fisica” o virtuale, rimane il principale canale di vendita degli integratori che si confermano la seconda categoria dopo il farmaco su prescrizione e danno il maggior contributo alla crescita.

L’export, secondo l’indagine del Centro Studi FederSalus, rappresenta una delle principali leve del fatturato industriale del settore: nel 2018 è stato pari a 735 milioni di euro ed ha inciso complessivamente per il 20,1% del fatturato, in aumento per oltre metà delle aziende intervistate. Nonostante questo, vi sono ancora margini di crescita per l’export del settore che si colloca in termini percentuali sotto il valore medio 2018 a livello Italia, pari al 32,1% (rapporto export / Pil).

La ricerca condotta per FederSalus dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo evidenzia che l’Italia ha scalato in poco tempo la classifica e, con una quota di mercato del 3,2%, si colloca a fine 2018 al 7° posto dei Paesi maggiori esportatori di integratori alimentari. L’analisi di bilancio di un campione selezionato da FederSalus di 144 aziende specializzate nella produzione e commercializzazione di integratori alimentari indica che le eccellenti performance dell’export sono spiegate dalla rapida affermazione in Italia di un nucleo di imprese “giovani”, in forte crescita e con buoni indicatori economico-reddituali.

“Il comparto degli integratori alimentari rappresenta in Italia una punta di diamante sia a livello di consumi sia di produzione, tra le eccellenze che possono agganciare la ripresa economica e sulle quali auspichiamo il sostegno delle Istituzioni– afferma Andrea Zanardi, presidente FederSalus -. I dati raccolti dal Centro Studi FederSalus, certificati da IQVIA, mostrano un settore che è solido e dinamico, capace di innovare e con un’occupazione che secondo le aziende rispondenti è costante e/o in crescita. In questa fase difficile il consumatore ha incluso l’integratore alimentare tra gli acquisti fondamentali, riconoscendone un ruolo nel mantenimento della salute e del benessere. Di fronte ad un prodotto entrato nelle abitudini dei consumatori e ad un mercato florido, il tema regolatorio a livello europeo acquista una rilevanza cruciale. Per questo FederSalus ha tra le sue priorità il rafforzamento del perimetro in cui si muovono le nostre aziende e auspica che il formalismo dei feedback presente nei regolamenti sia contestualizzato attraverso un’interlocuzione sui contenuti e su dati scientifici dimostrabili”.