Anche in tempo di crisi gli italiani non rinunciano a latte e formaggi. A renderlo noto è stata Assolatte, che nei giorni scorsi ha tenuto la consueta assemblea annuale. Ben 72 consumatori su 100, infatti, nel 2008 non hanno diminuito la quantità prodotti lattiero-caseari acquistate e hanno permesso al settore di confermarsi il re del comparto alimentare italiano.

Il giro d’affari infatti ha toccato i 14.500 milioni di euro, crescendo di 1,04 punti percentuali sul 2007. Le 2.100 imprese operative nel lattiero-caseario si sono quindi confermate il motore del made in Italy, anche se la produzione non è sfuggita alla difficile congiuntura internazionale ed è calata a volume dell’1,8%.

A crescere, secondo quanto è emerso dalla ricerca realizzata da Astra Ricerche per conto di Assolatte, sono state in particolare le quantità commercializzate di formaggi Dop (ad esempio +4,6% per il pecorino sardo), mozzarella vaccina (+1,78%), yogurt e latti fermentati (+0,8%). Per quanto riguarda lo yogurt i santè sono arrivati in pochi anni a una quota del 29,8%, anche se quelli ai gusti mantengono la leadership con il 35,8%.

La nota stonata del 2008 del lattiero-caseario arriva dall’export, che ha fatto segnare un calo del 5,2% dopo 20 anni di continui incrementi. La contrazione però è stata compensata da un aumento del 4,4% del giro d’affari.

Mozzarella e formaggi freschi sono le categorie merceologiche maggiormente esportate all’estero, che hanno fatto segnare un aumento del giro d’affari del 5%. La Francia si è confermata il miglior cliente dell’Italia con una quota del 19%, seguita dagli Stati Uniti (12,8), dalla Germania (12,6%) e dal Regno Unito (9,6%).