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Il franchising è un settore reattivo che coglie i cambiamenti

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Il franchising è un settore reattivo che coglie i cambiamenti

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redazione

Un settore reattivo e capace di cogliere i cambiamenti. È il messaggio emerso dal Salone Franchising Milano 2024, che con oltre 130 insegne presenti, diventa di fatto la manifestazione più importante in Italia per il settore.

La reattività del comparto – come confermano i dati del Rapporto Assofranchising Italia 2024 realizzato in collaborazione con Nomisma – non si evince soltanto dai numeri che indicano la solidità di un settore che vale l’1,8% del Pil italiano, ma anche dalla capacità da parte delle imprese di cogliere le sfide del mondo che cambia.

Se da una parte l’e-commerce si dimostra un canale consolidato con il 47,1% di internet user che acquistano prodotti online almeno una volta a settimana, i big data e l’intelligenza artificiale rappresentano il campo dove le imprese possono sperimentare nuovi modi di comunicare e interagire con il consumatore finale.

«L’intelligenza artificiale può fare la differenza in ambiti come il marketing, il Crm e la sicurezza informatica. Questa tecnologia sarà nei prossimi anni uno dei maggiori abilitatori del business del futuro. Da un’indagine fatta tra i nostri associati è emerso come le aziende non abbiano ancora sviluppato abbastanza expertise per usarla al meglio, ma questo deve anche essere uno spunto e un impulso per il training e la formazione. Accanto alla tecnologia, un asset fondamentale da non trascurare, è legato al tema della fiducia, quella tra franchisor e franchisee e quella con il consumatore. Una fiducia che spesso è la chiave di successo del brand», sottolinea Alberto Cogliati, presidente di Assofranchising.

Ed è proprio il concetto di visione che è stato al centro della tavola rotonda curata da Assofranchising e moderata da Michele Franzese, cmo di Scai Comunicazione "Success Stories & Franchising: nuove visioni e regole" in cui sono stati esaminati gli elementi chiave del successo di alcuni brand – in questi casi guidati dalla seconda generazione – che hanno saputo coniugare modelli e strategie ben consolidate con nuovi format capaci di anticipare trend.

Per Marco Procacciante, dd di Vision Group, la sfida iniziale è stata capire come competere con i grandi player nazionali del mercato. Da qui l’idea di adottare un business model innovativo, capace di combinare le più moderne logiche imprenditoriali con l’esperienza “glocal” dell’“ottico di fiducia”, in stretto legame con la propria comunità locale. Questa intuizione ha portato, nel 2003, alla nascita di Vision Group, che oggi conta oltre 500 centri ottici in tutta Italia, di cui 300 in franchising e oltre 200 centri diretti con le insegne VisionOttica e VistaSì.

Paolo Fiorelli, chairman and ceo Mbe Worldwide, ha sottolineato come il franchising consenta di combinare al meglio due professionalità: la disciplina dei processi e la passione imprenditoriale. È proprio quando questi due aspetti si fondono insieme in un rapporto virtuoso volto a soddisfare le esigenze del cliente finale, che il franchising diventa un modello di successo.

Per Rocco Maggio, amministratore delegato Maggio3, azienda che opera nel settore della distribuzione di giocattoli per bambini. Nel 1999 con l’idea di dare un’evoluzione al modello distributivo del comparto, ha avuto l’idea di sviluppare una catena del franchising con l’obiettivo di velocizzare il processo commerciale rafforzando il rapporto di fiducia tra franchisor e franchisee. Oggi questo settore – ha rimarcato Maggio durante il suo intervento - deve fare i conti con il cambiamento, che nel nostro caso, coincide con il calo della natalità.

Per Enrico Tosco, owner e ceo di Reting, società specializzata nella creazione e nello sviluppo di reti in franchising nascenti, l’80% delle persone che chiedono di aprire un brand in franchising si avvicina ad esso con la paura di non fare la scelta giusta. Per il futuro del settore è quindi importante investire nel valore dello scambio e nella capacità di accompagnare il proprio partner imprenditoriale, che affida una parte importante delle sue speranze nel franchisor, in uno scambio reciproco di valori e conoscenze.

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