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Cso Italy svela il rapporto tra italiani e ortofrutta

Cso Italy svela il rapporto tra italiani e ortofrutta

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redazione

Cso Italy ha presentato la ricerca “Frutta e verdura tra percezione e realtà”, realizzata per analizzare l’atteggiamento del consumatore nei confronti dell’ortofrutta. La ricerca parte da un dato certo, la crisi dei consumi: dal 2021 al 2023 i dati indicano un calo del 14%, pari a 816.000 tonnellate. Una diminuzione che  nel 2024 ha registrato una frenata, ma non non tale da indicare un recupero.  

In relazione a questo dato, il presidente di Cso Italy Paolo Bruni ha sottolineato: «È necessario invertire questa tendenza con una strategia chiara, che non può prescindere dalla conoscenza del sentiment del consumatore nei confronti dei nostri prodotti. È nata quindi l’idea di questa ricerca proprio per verificare in modo oggettivo cosa pensa il consumatore».

La ricerca ha evidenziato che c’è bisogno di informare meglio e di più. Infatti, solo il 20% degli intervistati si ritiene soddisfatto delle informazioni sul prodotto che trova nel punto vendita, mentre si vorrebbero avere soprattutto maggiori informazioni sul grado di maturazione, sulle caratteristiche organolettiche, sul sapore, ma anche sui diversi usi e sui benefici per la salute. Non si conosce il significato di biologico nel 70% dei casi e se è vero che i consumatori sono perfettamente informati sul significato di Igp e Dop, il 60% non conosce la grande varietà italiana di prodotti Dop/Igp ortofrutticoli.

Il consumatore riconosce un certo valore anche all'educazione alimentare: se è vero che si mangia ortofrutta principalmente per seguire una dieta sana e perché piace, è anche vero che la si consuma anche per abitudine famigliare (oltre il 10% del campione ha messo questa motivazione al primo posto, il 26% l’ha indicata al secondo posto e quasi il 40% al terzo).

Il prezzo è certamente una componente fondamentale: il 60% degli intervistati quando acquista ortofrutta preferisce il punto vendita dove è performante il rapporto qualità-prezzo e oltre il 50% del campione ritiene comunque l’ortofrutta cara. In questo ambito c’è però una conferma importante: la spesa per l’ortofrutta percepita dal consumatore è molto diversa da quella reale, perché la metà degli intervistati afferma che l’incidenza della spesa di ortofrutta sia elevata, quando sappiamo che incide solo per il 4% sulla spesa complessiva di una famiglia. La ricerca conferma che i giovani sono fra i minori consumatori: infatti costituiscono la maggior parte di quel 20% che non consuma abitualmente ortofrutta.  

«Sono emersi anche tanti aspetti positivi – ha precisato il direttore Elisa Macchi – che riguardano in modo particolare il fatto che il consumatore riconosce salubrità, gusto e qualità alla nostra ortofrutta, prediligendo quella italiana e rispettandone quindi la stagionalità. Soprattutto è emerso che quando la qualità è riconosciuta la leva del prezzo diviene meno importante».

Donne, prime consumatrici di frutta
Secondo la ricerca, i maggiori consumatori di frutta sono le donne. Il 23% del campione femminile ne mangia più di tre volte al giorno. I peggiori consumatori (mangiano frutta saltuariamente, meno di un frutto al giorno) hanno un’età inferiore ai 49 anni e in gran parte sono giovani e giovanissimi. Il 2% ha escluso dalla dieta sia la frutta che gli ortaggi, mentre il 19% consuma meno di un frutto al giorno e il 17% meno di un ortaggio al giorno. In crescita nei giovani la percentuale di coloro che seguono una dieta iperproteica, quasi al 10% del totale.

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